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Economia
Intervista

Carlo Fornaca: «C’è tanto lavoro, ma mancano i muratori»

Il capogruppo dei costruttori edili parla della situazione del settore e del rischio di non riuscire a sfruttare l’occasione fornita dal PNRR

Un appello accorato per evitare di sprecare gli effetti positivi del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
A lanciarlo Carlo Fornaca, a capo del Gruppo costruttori dell’Unione industriale e titolare dell’impresa C.S. Costruzioni.
Fornaca scatta una fotografia della situazione attuale dell’edilizia, corredandola da previsioni per i prossimi anni. Un settore caratterizzato, come sottolinea con forza, da un grave problema: la mancanza di manodopera.
Fornaca, qual è la situazione?
Da quando sono stati introdotti gli incentivi statali il nostro settore è decisamente vitale. C’è molto lavoro. Si pensi, ad esempio, a tutti gli interventi legati al bonus 110%, che prosegue nel 2023 e che in futuro potrebbe anche diventare strutturale, anche se con percentuali differenti. E al PNRR, che è partito e comporterà un incremento notevole dei lavori.
A tutto ciò bisogna aggiungere gli interventi ordinari, che vanno dall’azienda che ha bisogno di modifiche allo stabilimento all’attività che deve adeguarsi alle normative. E le opere di manutenzione: marciapiedi, strade, opere di contenimento. Il patrimonio edilizio – che come si nota è molto esteso – sta invecchiando, anche perché i privati e il settore pubblico non hanno più investito molto dopo le costruzioni del grande boom economico, per cui avrà sicuramente bisogno di manutenzione.
Senza contare tutto il capitolo della riqualificazione energetica. Un contesto di ripresa, quindi, che però rischiamo di non “afferrare” perché in edilizia si è spento il vivaio.
Ci spieghi…
Noi imprenditori non troviamo più personale. Mi riferisco a manovali, carpentieri, muratori, artigiani, ma anche a geometri di cantiere e ingegneri.
Il problema – per quanto riguarda nello specifico gli operai – è la mentalità che si è diffusa negli ultimi decenni, secondo cui il lavoro del muratore è inferiore rispetto agli altri, molto faticoso e mal pagato. In realtà, grazie alla tecnologia, la fatica è nettamente diminuita negli ultimi anni e, a livello di retribuzione, un operaio edile è sicuramente meglio retribuito di un pari livello impiegato altrove, per esempio in un ufficio.

La busta paga

Facciamo qualche esempio…
Un manovale neo assunto, totalmente da formare, guadagna, netto in busta paga, 1.500 euro per 14 mensilità e, in qualità di iscritto alla Cassa edile di mutualità e assistenza (l’ente paritetico fra sindacati e datori di lavoro che eroga taluni benefici e provvidenze, ndr), può contare su diverse forme di sostegno, come il rimborso di varie spese mediche, in alcuni caso esteso anche ai famigliari.
Lo stipendio sale a 1.800 euro mensili quando il lavoratore diventa più esperto (quarto livello) e può arrivare a 2.300 – 2.400 euro nel caso del capocantiere. Non bisogna infatti dimenticare che il Contratto collettivo nazionale dell’edilizia è tra i migliori in Italia, secondo solo a quello chimico. E poi, come sottolineo sempre, questo lavoro presenta anche altri vantaggi.
Quali?
E’ un lavoro meno stressante di tanti altri perché non è sedentario, consente di relazionarsi con tante persone e non è ripetitivo come può essere la mansione legata ad un macchinario in fabbrica. Inoltre consente di creare qualcosa di concreto, di cui essere orgogliosi.
Eppure continua a non riscuotere successo, nonostante in questo periodo consenta di avere il lavoro assicurato, peraltro in un contesto caratterizzato da un tasso elevato di disoccupazione giovanile.

I progetti della Cassa edile

Pensate di intervenire in qualche modo, tramite la Cassa edile, per cercare di invertire questa tendenza?
Sicuramente. Tramite la Cassa edile, che si occupa anche di formazione, stiamo pensando di avviare ulteriori corsi proprio con questo obiettivo. Oltre alle 12 tipologie di corsi per gli occupati, vorremmo far partire i percorsi rivolti agli adulti che intendono ricollocarsi da altri settori.
Parimenti, vorremmo iniziare con i corsi secondo me più importanti, rivolti ai ragazzi, che consentono di entrare nel mondo dell’edilizia. Sarebbe una sorta di scuola di formazione caratterizzata da materie teoriche e pratiche, mai esistita ad Asti.
In questo modo potremmo riformare il vivaio.
In caso contrario quale sarà il rischio?
Se non troveremo gli addetti di cui necessitiamo – nell’Astigiano ogni impresa avrebbe bisogno del 20% in più di personale – non riusciremo a sfruttare la grande occasione rappresentata dal PNRR, una opportunità per l’intera economia del territorio. L’edilizia, infatti, è una filiera molto importante e vasta, che peraltro avrà ulteriori sviluppi anche grazie alla riqualificazione energetica, con interventi quali riscaldamento a pavimento, sostituzione di serramenti, collocazione di pompe di calore e montaggio di fotovoltaico, fino alla domotica.
Non dobbiamo (e possiamo) arrivare impreparati.

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