«La situazione è drammatica». Non usa mezzi termini il presidente dell’Unione industriale, Andrea Amalberto, in riferimento all’aumento dei prezzi dell’energia che sta creando problemi a famiglie e imprenditori.
Presidente, di quali incrementi stiamo parlando per le imprese?
Parliamo di aumenti del 200 – 250% circa, a seconda dei contratti, nella bolletta intera. A questi si aggiungono gli incrementi dei costi delle materie prime (ad esempio il ferro e i metalli) che, a seconda dei casi, vanno dal 20% fino a raggiungere anche il 300 e 400%.
Una situazione difficile da sostenere…
Sì, perché parliamo di bollette dalle cifre molto elevate, anche se variano a seconda delle dimensioni e della tipologia di produzione dell’azienda. Comunque chi prima pagava 20mila euro ora ne deve pagare oltre 40mila; chi ne pagava 500mila oltre un milione. E se un’azienda dovesse chiudere perché non in grado di sostenere tali costi creerebbe un problema enorme. Per fortuna ci sono imprese che possono ancora contare su vecchi contratti con prezzi fissi.
Di fronte a questa situazione, comunque, gli imprenditori cercano di fare dei tentativi per ridurre i costi, come i colleghi che in altre parti d’Italia hanno modificato i turni di lavoro producendo il sabato e la domenica quando i costi sono inferiori. Tutto corretto, ma sono tentativi che non rappresentano la soluzione, che deve arrivare dal Governo. Ma non mi riferisco agli aiuti economici, che attenuano in maniera minima l’impatto degli aumenti sul bilancio di un’azienda.
Le richieste
Cosa dovrebbe fare il Governo?
Deve finalmente attuare una politica energetica che non è mai stata fatta dopo lo stop al nucleare. E’ fondamentale che il nostro Paese agevoli l’autoproduzione di energia e metano in modo da essere sempre meno dipendente dall’estero. Anche perché ci sono sistemi che possono essere messi a punto in uno o due anni, in modo da attenuare le conseguenze di periodi difficili come quello attuale. Mi riferisco, per fare qualche esempio, ad impianti fotovoltaici, eolici o all’incenerimento dei rifiuti, da cui si ricava energia. In questo senso sono positive le misure di efficienza energetica legate al bonus del 110% in edilizia, dato che un condominio efficientato dal punto di vista energetico consente un risparmio del 50%.
Quando sono cominciati gli aumenti dei costi dell’energia?
I costi di energia, metano e materie prime sono cominciati a lievitare nel corso del 2021, tra il 5 e il 15%, subendo poi un’impennata a partire da ottobre e novembre. Senza contare la difficoltà delle aziende a reperire il materiale per produrre. Mancano, ad esempio, i materiali da costruzione, così come i microcircuiti, con conseguenze molto pesanti sulla produzione globale di automobili. Basti pensare che ci sono aziende che devono mettere il personale in cassa inegrazione perché non riescono a reperire il materiale necessario alla produzione.