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Carrozzieri: il nostro diritto di lavorare
Economia

Carrozzieri: il nostro diritto di lavorare

E' arrivata anche ad Asti l'eco della protesta che sta montando in tutta Italia, e che vede protagonisti i carrozzieri. Venerdì, nella sede di Confartigianato, alcuni rappresentanti della

E' arrivata anche ad Asti l'eco della protesta che sta montando in tutta Italia, e che vede protagonisti i carrozzieri. Venerdì, nella sede di Confartigianato, alcuni rappresentanti della categoria hanno infatti tenuto una conferenza stampa, insieme ai vertici dell'associazione di categoria, per illustrare le ragioni della mobilitazione.

Bersaglio delle polemiche, nello specifico, il decreto "Destinazione Italia", varato dal Governo lo scorso 24 dicembre e in attesa di conversione in legge. Per quale ragione? «All'interno del decreto – ha spiegato Giansecondo Bossi, direttore provinciale di Confartigianato – è contenuto un articolo che sancisce la correttezza di una pratica attuata da qualche tempo dalle compagnie assicurative relativamente alla polizza RC auto, che è obbligatoria e quindi riguarda tutti gli automobilisti. La pratica è la seguente: la compagnia assicurativa, a fronte di alcune facilitazioni concesse ai clienti (sconto sulla polizza, non applicazione della franchigia sulla riparazione), inserisce l'obbligo, in caso di incidente, di far riparare l'auto in una carrozzeria convenzionata con l'assicurazione. In caso contrario, il cliente dovrebbe pagare la riparazione direttamente al carrozziere di fiducia, per poi venire rimborsato dall'assicurazione in misura minore. Ciò che contestiamo, quindi, è la possibilità per legge di inserire questo obbligo: ogni cittadino deve avere il diritto di scegliere a chi affidare la riparazione della propria auto».

D'accordo Felice Caggiano, responsabile provinciale della categoria Carrozzieri di Confartigianato. «Questa norma – ha indicato – rischia di far chiudere migliaia di carrozzerie indipendenti in Italia, ovvero quelle che non sono convenzionate. A livello nazionale, per fornire qualche dato, espelle dal mercato della riparazione la stragrande maggioranza delle 17mila carrozzerie italiane indipendenti, mettendo a serio rischio la permananza di 60mila posti di lavoro». Caggiano e i colleghi presenti in sala hanno quindi evidenziato alcuni "retroscena". «Quello che gli automobilisti non sanno – hanno sottolineato – è che alle carozzerie convenzionate (nell'Astigiano il 50% circa delle 163 presenti in totale, ndr) vengono imposte dalle assicurazioni condizioni contrattuali capestro: basse tariffe orarie, tempi di riparazione ridotti, ricambi dati in conto lavorazione, servizi aggiuntivi richiesti agli artigiani a titolo gratuito, percentuali di ristorno sul fatturato, mettendo così a rischio anche la qualità della riparazione. Anche perché nel nostro lavoro la percentuale maggiore (60%) che determina il costo di una riparazione è rappresentato dai costi fissi dei materiali, non dalla manodopera».

In sostanza, come sottolineato dall'associazione di categoria a livello nazionale, «le assicurazioni tentano di appropriarsi del mercato della riparazione dei veicoli incidentati, mettendo in difficoltà migliaia di imprese artigiane di carrozzeria e senza ottenere il tanto auspicato calo delle tariffe RC Auto, che nel nostro Paese sono circa il doppio rispetto alla media europea».

Ma l'oggetto della polemica è solo uno dei problemi che stanno assillando negli ultimi anni la categoria. «Da tempo – ha aggiunto Giansecondo Bossi, direttore di Confartigianato – i carrozzieri lamentano problemi non solo nei rapporti con le compagnie assicurative ma anche a causa del fatto che sono tartassati da una mole enorme di burocrazia, che aumenta gli adempimenti cui devono rispondere e, di conseguenza, i costi generali. Di conseguenza il decreto "Destinazione Italia" non fa altro che mettere ancor più in difficoltà un settore che, solo considerando i circa 100 carrozzieri iscritti a Confartigianato, dà lavoro a circa 3mila addetti, senza considerare l'indotto».

Molto polemico anche il presidente provinciale di Confartigianato, Biagio Riccio, che, tra i vari punti sottolineati, ha ricordato come «la normativa introdotta non obbedisce al buon senso». «Comunque – ha annunciato – anche questa volta lotteremo a livello nazionale, come associazione, per fare in modo che venga stralciata».

Elisa Ferrando

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