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Economia
Protesta

Casa di riposo “Città di Asti”, stamattina il presidio sotto il Consiglio regionale

L’obiettivo è sbloccare la situazione dei 56 lavoratori in mobilità che non percepiscono alcuna retribuzione

E’ in programma stamattina (giovedì), a Torino, il presidio dei lavoratori della casa di riposo “Città di Asti” (ex Maina), chiusa dallo scorso 31 dicembre. Inizialmente promosso dalle segreterie provinciali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl – guidate rispettivamente da Roberto Gabriele, Alessandro Delfino e Dino Penso – vedrà partecipare solo la Cisl, che sarà presente dalle 10 alle 12 sotto Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale, in via Alfieri 15. Ieri sera, infatti, Cgil e Uil hanno deciso di rimandare la manifestazione a martedì 28 febbraio alle 10, «visto l’improvviso spostamento del Consiglio regionale al pomeriggio», organizzando anche il trasporto dei partecipanti in pullman.
Di diversa opinione, appunto, la Cisl: «Sappiamo – spiega Alessandro Delfino – che alle 12 si terrà la riunione dei capigruppo, per cui avremo comunque a disposizione gli interlocutori per le nostre richieste. Non è escluso, comunque, che se sarà necessario parteciperemo anche al presidio del 28 febbraio».

La situazione

Prevista la partecipazione dei lavoratori della struttura che sono stati collocati in mobilità, ma che non usufruiscono dei diritti che questa procedura prevede. Come spiegano Roberto Gabriele e Alessandro Delfino. «I lavoratori in mobilità sono attualmente 56, tutti dipendenti a tempo indeterminato, in quanto gli altri 40 che erano assunti a tempo determinato sono in carico al Centro per l’impiego (alcuni hanno trovato lavoro, ma ad oggi non abbiamo numeri ufficiali). Il problema è che i lavoratori in mobilità non percepiscono alcuna retribuzione da gennaio. Infatti dovrebbero ricevere un assegno pari all’80% dell’ultima busta paga, ovvero quella di dicembre, ma siccome la casa di riposo non ha fondi a disposizione, non hanno ricevuto ancora nulla, se non la contribuzione previdenziale figurativa. Non solo. Sempre in base alla condizione di lavoratori in mobilità, sono obbligati ad accettare i posti di lavoro a disposizione presso enti pubblici, a livello locale ma anche regionale, messi a diposizione con assunzione in mobilità diretta. Peccato che ad oggi ne siano stati offerti solo un paio».

Le richieste

Due, quindi, le richieste unitarie che saranno indirizzate alla Regione Piemonte: «Innanzitutto – concludono – chiederemo di farsi garante, attraverso Finpiemonte, per anticipare gli assegni di mobilità ai lavoratori. Avanzeremo quindi anche questa richiesta, così come la sollecitazione affinché gli Enti pubblici piemontesi e astigiani, attraverso i propri piani di assunzione, si facciano carico dei lavoratori della “Città di Asti” in mobilità».

 

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