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Economia

CGIL a muso duro: referendum
con gli operai sul nuovo contratto

Un referendum tra le “tute blu” astigiane, per sapere quante sono d’accordo sul “patto” alla base del nuovo contratto di lavoro 2013/2015 siglato da Federmeccanica insieme a Fim Cisl, Uilm,

Un referendum tra le “tute blu” astigiane, per sapere quante sono d’accordo sul “patto” alla base del nuovo contratto di lavoro 2013/2015 siglato da Federmeccanica insieme a Fim Cisl, Uilm, Fismic e Ugl. Ad essere interessati saranno 7.500 lavoratori del comparto metalmeccanico le cui aziende fanno parte di Federmeccanica, su un totale di 12mila dipendenti delle imprese del settore, inserite anche in altre associazioni di categoria (Unionmeccanica, artigiani, cooperative).

Ad organizzarlo la Fiom Cgil, che in tutta Italia ha deciso di avviare una consultazione tra gli operai relativa all’accordo separato del 5 dicembre 2012. Come hanno spiegato, giovedì in conferenza stampa, il segretario generale provinciale Fiom Cgil Pietro Bonaudi affiancato da Claudio Chierchiello, componente della segreteria: «L’intesa raggiunta il 5 dicembre – hanno spiegato – è figlia degli accordi separati non firmati dalla Cgil, del 2009 sul modello contrattuale e del 2012 sulla produttività, che cambiano la natura confederale e generale del sindacato, e minano la contrattazione collettiva. L’intesa imposta a partire dalla piattaforma Federmeccanica è illegittima, può impegnare solo le organizzazioni che l’hanno firmata, viola le regole sulla democrazia e rappresentanza contenute nell’accordo del 28 giugno 2011 e, per gli iscritti Fiom e tutti quelli non iscritti a nessun sindacato, è in contrasto col Contratto 2008/2011. Tanto più che la Fiom non è nemmeno stata invitata a questo tavolo».

I sindacalisti sottolineano quindi come la vertenza per la riconquista di un vero contratto nazionale sia ancora aperta. «All’assemblea di Cervia, che si è svolta il 10 e 11 gennaio – ha ricordato Bonaudi – abbiamo deliberato due punti fondamentali. Innanzitutto abbiamo approvato una Carta rivendicativa nazionale comune dei  metalmeccanici, comprendente 5 punti, che contesta alcuni degli elementi peggiorativi dell’intesa, quali la cancellazione del recupero del differenziale di inflazione e la penalizzazione del pagamento de primi tre giorni di malattia. In secondo luogo abbiamo deciso di sottoporre ai lavoratori – cosa che abbiamo già cominciato ieri (giovedì) in alcune aziende astigiane – un referendum certificato, aperto a tutti i lavoratori. Il quesito è il seguente: “Sei d’accordo con la proposta della Fiom di rendere inapplicabile l’intesa Federmeccanica  (Fim, Uilm, Fismic, Ugl) e di aprire nelle aziende e nei territori vertenze per negoziare collettivamente contenuti normativi e salariali di miglior favore?”».

«Un quesito, come detto, aperto a tutti – ha precisato Chierchiello – a partire dagli iscritti Fiom e da coloro che non hanno nessuna tessera sindacale, in quanto nessuno a quel tavolo li ha rappresentati. Siamo proprio curiosi di sapere come andranno le votazioni, che si concluderanno entro fine mese».
Ma cosa succederà se la maggioranza dei dipendenti di un’azienda fosse favorevole a non applicare l’accordo? «Si chiederanno incontri con l’azienda – hanno indicato i sindacalisti – per trovare accordi in linea con la Carta rivendicativa, e se l’azienda continuasse sulla sua strada si scontrerebbe con noi, dato che metteremmo in atto sia iniziative sindacali, come gli scioperi, sia giudiziarie». «La crisi – ha poi concluso Chierchiello – ha fatto passare provvedimenti lesivi dei diritti dei lavoratori sfruttando la paura diffusa, in questo periodo di crisi economica, di perdere il posto. Noi siamo definiti conservatori: sì, siamo conservatori di diritti e dignità, e siamo orgogliosi di esserlo».

Elisa Ferrando

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