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Cgil e Uil sciopero Alessandria
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Protesta

Cgil e Uil in piazza: «Difendiamo sanità e lavoro»

Domani il corteo in città promosso dai due sindacati in occasione del secondo giorno di sciopero contro la Finanziaria: «Impoverisce lavoratori e pensionati e non garantisce un futuro ai giovani»

Un corteo in città per richiamare l’attenzione su problemi locali, intrecciati alle ragioni che hanno portato allo sciopero nazionale.
E’ quanto hanno organizzato i sindacati Cgil e Uil per domani (venerdì), in occasione della seconda giornata di sciopero contro la manovra finanziaria del Governo, all’insegna dello slogan “Adesso basta!”.
Venerdì scorso oltre 200 sindacalisti e lavoratori in scioppero astigiani (pubblico impiego, scuola, sanità e trasporti) si sono recati ad Alessandria per una delle manifestazioni indette in Piemonte in occasione della prima giornata di protesta (alla manifestazione di Torino erano presenti, tra gli altri, anche 50 infermieri astigiani che hanno aderito allo sciopero indetto dal Nursind nella stessa giornata).

I temi

Invece il 24 novembre l’appuntamento si rinnova ad Asti. Ad incrociare le braccia saranno i lavoratori del comparto privato.
«I temi nazionali hanno la precedenza, ma non bisogna dimenticare che ciò che accade a Roma ricade sulla nostra realtà», ha spiegato Luca Quagliotti, segretario generale provinciale Cgil, a margine dell’assemblea con i delegati svoltasi mercoledì scorso al Dlf.
«A livello nazionale – ha continuato – si protesta per contrastare una Legge di bilancio che non ferma il drammatico impoverimento di lavoratori e pensionati, oltre a non dare un futuro ai giovani. E questo anche perché non vengono stanziate le risorse necessarie a rinnovare i contratti del pubblico impiego e a detassare i rinnovi nei settori privati».
A questo proposito Quagliotti rileva che «la provincia di Asti si distingue in Piemonte per avere le pensioni e i salari più bassi, segno, in quest’ultimo caso, che la contrattazione di secondo livello è deficitaria. Senza contare che a livello nazionale molti contratti sono scaduti da oltre 15 anni per l’assenza del Governo, dall’avvento della Seconda repubblica, nell’avvio della fase di confronto per il rinnovo».

La sanità

Altro capitolo, la sanità. «Il Governo ha dichiarato di voler incrementare la spesa sanitaria – ha puntualizzato Quagliotti – ma continua ad indebolire il servizio sanitario nazionale spingendo cittadini e personale verso la sanità privata. Infatti nella Finanziaria sono previsti tre miliardi di euro per l’abbattimento delle liste d’attesa, ma sicuramente saranno dirottati tutti sul settore privato, dato che è ancora in vigore il blocco delle assunzioni. Basti pensare che, secondo l’agenzia governativa Aran, mancherebbero 55mila unità in Italia tra medici, infermieri e personale di supporto. E che, inoltre, rischieremo presto di trovarci di fronte a dimissioni di massa, nella sanità così come in altri comparti del pubblico impiego, per la modifica, molto penalizzate, dei coefficienti delle pensioni per alcune categorie di lavoratori».
Altra campanella d’allarme in ambito sanitario, secondo Quagliotti, le scelte del Governo sul PNRR. «Sono a rischio i finanziamenti degli ospedali di comunità, a meno che non intervengano le Regioni – ha ammonito – per cui siamo pessimisti sul futuro dell’ex Maternità di Asti, immobile vuoto da anni, che dovrebbe rinascere proprio con quella funzione».

Il corteo

Ad illustrare alcune tra le altre ragoni della protesta Armando Dagna, segretario generale Uil Asti Cuneo, in riferimento al percorso del corteo, che partirà alle 10 da via Bocca, dove si trova la casa di riposo “Città di Asti” (ex Maina), chiusa dal 31 dicembre 2022, per poi passare davanti alla complesso della ex scuola Regina Marghertia, fallita anch’essa. Il corteo arriverà poi in piazza Alfieri, sotto la Prefettura, dove una delegazione ha chiesto un incontro al Prefetto Claudio Ventrice per illustrare le motivazioni dello sciopero. L’intervento iniziale del comizio finale sarà di Francesco Di Martino, segretario generale provinciale Uiltucs, seguito da alcuni delegati e dal discorso conclusivo di Anna Poggio.

La casa di riposo “Città di Asti”

«La scelta del luogo di avvio del corteo – ha evidenziato – non è casuale, ma dipende dal fatto che vogliamo richiamare l’attenzione su una vicenda molto triste: il fallimento della casa di riposo. La chiusura di questa struttura non ha determinato conseguenze solo sugli ospiti e si diopendenti (20 dei quali devono ancora essere ricollocati), ma anche sui cittadini che fruivano degli altri servizi che vi erano ospitati, dal centro diurno per malati di Alzheimer (che non ha ancora trovato ricollocazione) al dormitorio comunale maschile. L’ex Maina deve tornare a servizio della città».
I manifestanti richiameranno anche l’attenzione sulla necessità di una «rivitalizzazione dell’industria astigiana, in modo da creare nuova occupazione», come ha indicato Quagliotti. «Finora – ha aggiunto – Asti ha puntato solo sul commercio, che porta occupazione prevalentemente part time, senza “grandi numeri” che garantiscano lo sviluppo del territorio».
«Asti continua a “svuotarsi” – gli ha fatto eco Dagna – perché manca un piano di sviluppo, a livello locale così come nazionale, incentrato su ambiti ormai fondamentali, come la mobilità sostenibile».

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