Con una grande "festa di compleanno" sacra, a metà agosto si è chiuso ufficialmente l'anno del bicentenario della nascita di Don Bosco al Colle. Un evento molto atteso, che coincideva
Con una grande "festa di compleanno" sacra, a metà agosto si è chiuso ufficialmente l'anno del bicentenario della nascita di Don Bosco al Colle. Un evento molto atteso, che coincideva con l'Ostensione della Sindone e, nella sua ultima parte, con l'Expo di Milano. Un evento sul quale si sono concentrate molte aspettative di chi lo ha visto come un momento di riscatto economico e di forte attrazione turistica. Tante aspettative, forse troppe, a giudicare dal bilancio che si può tracciare alla sua chiusura.
Il più critico
Fra i più severi nel giudicare il "post bicentenario" dal punto di vista del ritorno economico e commerciale, vi è Pablo Mocci in veste di presidente dell'associazione commercianti del paese. «Noi ce l'abbiamo messa tutta per rendere il paese più attrattivo a partire dalle luminarie natalizie alle varie "ombrellate" per l'accoglienza degli eventi più importanti passando per le decorazioni delle vetrine, gli addobbi floreali delle chiese più visitate fino alle etichette fermapacco celebrative che i negozianti usavano per confezionare regali e borse con gli acquisti. Ma non abbiamo ricevuto nulla in contropartita». Mocci riporta a galla una vecchia questione che da molto tempo contrappone il paese di Castelnuovo Don Bosco al Colle, posto a tre chilometri di distanza e raggiungibile su una strada che taglia letteralmente fuori il centro abitato.
«Questo evento ha riconfermato che il paese di Castelnuovo è fuori dalla rotta dei pellegrini che partono da Torino, passano per Chieri, vanno al Colle e se ne vanno senza venire in paese ? specifica il presidente ? cosa che è avvenuta solo in pochi casi e senza aver lasciato tracce significative per le attività commerciali». Pochi affari, dunque per la maggior parte dei commercianti in questo anno di attesa di maggiori passaggi. «Cosa diversa è il bilancio di questo evento sotto l'aspetto umano ?- riconosce lo stesso Mocci -? soprattutto per quanto riguarda la giornata conclusiva di metà agosto con la città invasa da giovani provenienti da tutto il mondo. A noi resta la sensazione di aver fatto tutto quanto potevano per preparare una degna accoglienza, anche se l'hanno vista in pochi».
L'albergo storico più centrale e importante
Conciso ma sostanzialmente soddisfatto di questo evento è invece Roberto Ciocca, titolare dello storico Albergo Bar Ristorante che si affaccia sulla piazza centrale del paese. «Fra Ostensione della Sindone a Torino e bicentenario abbiamo registrato sicuramente più passaggi e pernottamenti. Un segno positivo che ha riguardato prevalentemente l'albergo e molto meno il ristorante»-
Il centro commerciale sulla strada per il Colle
Situato in un punto strategico, alla rotonda di snodo fra il Colle Don Bosco e il paese di Castelnuovo, il Parco commerciale Magnone è stato l'osservatorio delle centinaia di migliaia di passaggi di questo anno di evento. «Sicuramente abbiamo osservato da vicino il grande movimento di persone che c'è stato quest'anno -? risponde Pierpaolo Schierano che con il resto della famiglia guida l'importante polo commerciale -? Va detto che noi non ci siamo posti delle aspettative alte dal punto di vista delle vendite, dunque siamo molto soddisfatti per quell'incremento che possiamo quantificare approssimativamente in un 5% in più soprattutto concentrato nel reparto supermercato. Non quantificabile ma altissima, invece la soddisfazione per quell'aria di festa e di straordinarietà che si è respirata tutto l'anno e per la promozione che si è fatta di Castelnuovo e di questi luoghi».
L'addetta ai lavori
E' titolare di un'agenzia che si occupa di viaggiatori gourmet ed è anche consigliera comunale del paese. Daniela Fassino dell'Italian Wine Travels con sede a Castelnuovo ammette che la sua attività non ha avuto incrementi di richieste per tour specifici sul territorio, seppur ne fossero stati presentati e promossi ai vari saloni e fiere. «Ma, onestamente, non ce lo aspettavamo neppure ? spiega la Fassino ? perchè noi abbiamo inteso questo momento come punto di partenza, non come momento di "raccolta", visto che il movimento dei pellegrini era organizzati soprattutto dalle parrocchie che hanno già i loro canali turistici».
I neonati Infopoint
E' stata l'esperienza legata al bicentenario più originale, quella che ha dimostrato come stia nascendo la consapevolezza della possibilità di uno sviluppo turistico importante legato al territorio e ai Santi ma è arrivato un po' in affanno e in ritardo sull'evento. Parliamo dell'Infopoint InCollina, maturato alla fine del 2014 e partito operativamente negli ultimi quattro mesi di bicentenario. Non abbastanza in tempo per proporre il territorio all'esterno, ma abbastanza per diventare un punto di riferimento per richieste di informazioni e materiale sulle attività che si trovano sul territorio.
Movimento di persone e pellegrini ce n'è stato davvero tanto ? è il commento generale di Paolo Aiassa, presidente di InCollina e direttore della Cantina Sociale Terre dei Santi, altro attore importante della promozione del territoio ? ma l'abbiamo intercettato meno di quanto speravamo. Certo abbiamo scontato la nostra "giovanissima età" come realtà e il fatto di essere rimasti al palo con il sito che è uno strumento che ci apre al mondo. Ci siamo concentrati soprattutto nella creazione della rete di microstrutture diffuse e questo ci ha portato via più tempo di quanto non avessimo immaginato. Lo consideriamo un punto di partenza ? conclude positivamente Aiassa ? e cominciamo a lavorare per creare dei piccoli pacchetti turistici da vendere all'estero».
A tracciare un profilo preciso di chi, fra i pellegrini, è più interessato al territorio, è Luca Ferran, il giovane che ha gestito l'infopoint allestito nei container sul piazzale della basilica del Colle. «Fra i giovani l'interesse era scarsissimo per il territorio, perchè loro sono arrivati al Colle per la festa e non avevano altri obiettivi ? dice Ferran ? mentre gli altri visitatori hanno spesso chiesto cos'altro ci fosse da visitare in zona anche se riguardava soprattutto i piccoli gruppi e le famiglie, quelli non organizzati. Sul fronte prettamente economico noi abbiamo distribuito tanti biglietti da visita delle aziende che tenevano i loro prodotti in vetrina e in vendita da noi e abbiamo notato che l'interesse per le tipicità arrivava soprattutto da quei pellegrini dell'Est e Nord Europa con maggiore capacità di spesa. Gli altri preferivano spendere nel negozio di souvenir dove si trovavano anche cose molto economiche».
Daniela Peira