Sabato scorso i lavoratori dell'Askoll, guidati da Beppe Morabito della Fiom Cgil, sono andati a Torino per protestare di fronte al Gam, dove era in programma un convegno del Pd a cui partecipava
Sabato scorso i lavoratori dell'Askoll, guidati da Beppe Morabito della Fiom Cgil, sono andati a Torino per protestare di fronte al Gam, dove era in programma un convegno del Pd a cui partecipava anche il ministro Poletti. I dipendenti astigiani avevano tutte le migliori intenzioni di incontrare il ministro e di sottoporre alla sua attenzione la loro delicata situazione. Dal prossimo settembre la ditta castellalferese chiuderà i battenti definitivamente e i lavoratori saranno a casa. La cassa integrazione per chiusura aziendale è stata soppressa dalle nuove normative, mentre la mobilità per gli ultracinquantenni è stata ridotta da tre e due anni. Così in un batter d'ali i lavoratori Askoll avrebbero perso due anni di cassa intergrazione ed uno di mobilità. In tutto tre anni di ammortizzatori sociali in meno. Una vera beffa, dicono dalla Fiom Cgil.
"Hanno perso il lavoro e con questo anche tre anni di solidarietà, che potevano dare un bel respiro a molte famiglie". A Torino il gruppo di dipendenti voleva fare presente al ministro questa situazione e tanto hanno detto e tanto hanno fatto che il ministro ha accettato di riceverli. Il rappresentante dell'esecutivo romano ha preso nota di questa delicata situazione e ha detto di avere già allo studio una strategia per affrontare tutte le situazioni come questa e offrire ai dipendenti rimasti senza lavoro una via d'uscita. L'importante è che non avvenga come per gli esodati ai quali sono state fatte belle promesse poi non mantenute. "Cercheremo di vigilare sulla cosa – ha detto Beppe Morabito – per fare in modo che i lavoratori dell'Askoll non vengano abbandonati".
Intanto oggi in Regione c'è un incontro proprio per parlare del caso Askoll e trovare soluzioni all'utilizzo del capannone che da settembre rimarrebbe vuoto. L'azienda si è detta disponibile ad affittarlo, a prezzo calmierato, ad un imprenditore che volesse aprire un'attività per consentire almeno ad una parte dei dipendenti senza lavoro di trovare una nuova occupazione. Al momento non ci sarebbero proposte, ma si spera che, anche con l'aiuto della Regione, si possa trovare qualche idea o qualche progetto su cui puntare. Intanto la Cgil ha dipinto un quadro a tinte fosche per quanto concerne il mondo industriale astigiano, ancora oggi asfittico e privo di reali proposte. "Mancano idee e manca il dialogo tra Unione Industriale, Comune, Istituti di credito e aziende – hanno detto dalla Cgil – ed è proprio attraverso il dialogo e gli incontri che possono nascere le idee vincenti".
Flavio Duretto