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Comdata Asti, sospeso lo stato di agitazione
Economia
Interventi

Chiusura della sede Konecta di Asti, le reazioni di Partito democratico e Uniti si può

Panirossi e Accossato: «Solidarietà ai lavoratori, ora i deputati astigiani coinvolgano il Governo» – Briccarello e Bosia: «Amministrazione e istituzioni lavorino per mantenere la sede»

Il Partito democratico astigiano esprime solidarietà ai dipendenti Konecta e appoggia le iniziative annunciate da Rsu e sindacati a tutela dei lavoratori coinvolti. Il riferimento è alla mobilitazione delle categoria sindacali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, seguita all’incontro on line di ieri (venerdì), durante cui l’azienda ha presentato il piano industriale 2026 che prevede anche l’accorpamento delle tre sedi piemontesi in un’unica sede a Torino, con conseguente chiusura di quelle di Asti e Ivrea (per saperne di più clicca .
L’azienda, parte dell’omonimo gruppo spagnolo, si occupa di gestione clienti (call center), soprattutto nel settore energia, e a inizio 2024 aveva assorbito l’attività di Comdata. Attualmente impiega 400 dipendenti sulla sola sede di Asti, che nelle intenzioni della dirigenza da giugno 2026 verrà accorpata in un’unica sede a Torino insieme ai 700 dipendenti della sede di Ivrea.

I disagi per i lavoratori

«Questo – spiegano Enrico Panirossi, coordinatore Pc Circolo di Asti, ed Elena Accossato, segretaria Pd della provincia di Asti – comporterebbe disagi e difficoltà per oltre mille famiglie, in un momento storico in cui i trasporti pubblici e privati hanno costi difficilmente sostenibili. Ci domandiamo, come sottolineano anche sindacati e Rsu, perché non siano stati presi in considerazione percorsi di riqualificazione e riconversione che evitassero la chiusura della sede di Asti. Con 400 dipendenti sul nostro capoluogo, Konecta rappresenta una delle aziende più grandi del tessuto economico astigiano, che da questo accorpamento uscirebbe ulteriormente ridimensionato».

La mobilitazione

I consiglieri comunali del Partito democratico invieranno interpellanze all’Amministrazione comunale per chiarire se il Comune di Asti fosse a conoscenza delle decisioni annunciate oggi dall’azienda e se siano state prese tutte le iniziative per scongiurare questo esito.
Anche il consigliere regionale Pd Fabio Isnardi interrogherà la Giunta regionale per acquisire maggiori elementi sull’accorpamento con una prospettiva piemontese.

La richiesta di intervento agli onorevoli astigiani

«Resta l’amarezza – concludono – per questa notizia arrivata alle soglie del periodo natalizio. Al contempo ci domandiamo se di una decisione così dirompente per tante famiglie astigiane fossero informati i due deputati astigiani, Marcello Coppo (Fratelli d’Italia) e Andrea Giaccone (Lega). Quale che sia la risposta, ricordiamo loro che Konecta è un gruppo internazionale da 2 miliardi di fatturato; gli onorevoli coinvolgano i ministri competenti e si adoperino a lavorare per la tenuta dell’economia astigiana».

L’intervento dei consiglieri comunali di “Uniti si può”

Sulla questione Konecta intervengono anche i consiglieri comunali di “Uniti si può” Vittoria Briccarello e Mauro Bosia. «Quattrocento lavoratori rischiano di essere delocalizzati a Torino perché Konecta (ex Comdata) chiude i battenti ad Asti. Si parla tanto di futuro della città e di svolta economica: tutte parole al vento!».
«L’amministrazione e le istituzioni – concludono – facciano ciò che non hanno fatto fino ad ora: lavorino per mantenere Konecta ad Asti e tutelino gli interessi delle lavoratrici, dei lavoratori e delle loro famiglie, a cui va tutta la nostra solidarietà».

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