«Se i Servizi demografici soffrono di carenza di personale è il caso di parlare di riorganizzazione della macchina comunale, non di scegliere tre dipendenti e inserirli senza alcuna preparazione in
«Se i Servizi demografici soffrono di carenza di personale è il caso di parlare di riorganizzazione della macchina comunale, non di scegliere tre dipendenti e inserirli senza alcuna preparazione in un nuovo ufficio».
E dura la presa di posizione di Fabrizio Sala, segretario generale Cisl Fp Alessandria e Asti, e di Michele Sangiovanni, membro dellesecutivo provinciale del sindacato, contro la decisione del Comune, attuata a metà luglio, di spostare tre dipendenti, impiegati in diversi uffici dellEnte, allAnagrafe.
«Innanzitutto – spiegano i sindacalisti – sottolineiamo che abbiamo appreso attraverso i lavoratori, e non nelle sedi opportune, che lAmministrazione comunale si adopera unilateralmente, senza alcun tipo di confronto (né con i lavoratori né tantomeno con i sindacati), nel trasferire lavoratori da un ufficio allaltro, come fossero pacchi postali. Infatti, se i Servizi demografici soffrono di carenza di personale, esigenza già più volte manifestata allAmministrazione e ai sindacati (peraltro un problema rilevato anche in altri settori del Comune, quali la Polizia municipale e i Servizi sociali), è forse il caso di parlare di riorganizzazione della macchina comunale, non di scegliere tre dipendenti e inserirli senza alcuna preventiva preparazione in un nuovo sistema di lavoro, dove gli sportellisti assumono, tra laltro, anche la qualifica di ufficiali di Stato civile».
Nellintervento i sindacalisti fanno anche riferimento allimpegno assunto dallassessore al Personale, Santo Cannella, nel corso di un incontro dello scorso febbraio, quando «aveva promesso un coinvolgimento delle organizzazioni sindacali nel processo di riorganizzazione dei servizi comunali, promessa a tuttoggi disattesa». Sala ricorda quindi la situazione in cui si trovano i lavoratori dellEnte. «LAmministrazione comunale – precisa – forse dimentica che il mantenimento dei servizi pubblici ai livelli degli anni passati è garantito da un numero sempre più limitato di dipendenti che, a causa del blocco del turn over, vedono costantemente accresciuti i propri carichi di lavoro. Noi non crediamo esistano dipendenti pubblici fannulloni, né nel Comune di Asti, né in altri settori del pubblico impiego. Crediamo invece sia necessario metter mano a processi di riorganizzazione interna, a volte anche spiacevoli se toccano certi privilegi, ma purtroppo inevitabili se si vuol garantire il mantenimento operativo della struttura pubblica».
«Ora la parola spetta allAmministrazione», ricordano i sindacalisti. «Noi chiediamo che lAmministrazione comunale faccia un passo indietro sulle scelte operate, partendo da un avviso di mobilità volontaria inviata a tutti i dipendenti e da un piano di valutazione dei reali esuberi nei servizi».
I sindacalisti concludono lintervento definendo «deludente» la risposta data dallassessore Santo Cannella allinterrogazione urgente dei Consiglieri di minoranza Angela Quaglia e Giovanni Pensabene sul trasferimento dei tre dipendenti, discussa nel Consiglio comunale di giovedì sera.
Lassessore ha infatti ricordato che, dal giugno 2012, nei Servizi demografici «ci sono stati 4 pensionamenti, un decesso e un trasferimento alla Segreteria politica dellassessore Pasta» mentre sono state rimpiazzate solo 3 unità operative. «Cè stato poi un incremento delle assenze per i permessi secondo la legge 104 al quale si aggiunge il personale part time, quello inidoneo allo sportello o con problemi di salute che ne riducono la disponibilità. Lart. 55 del Regolamento prevede la mobilità dufficio – ha aggiunto Cannella – disposta per far fronte ad esigenze organizzative e funzionali». Lassessore ha inoltre aggiunto che, per quanto lurgenza non abbia dato modo di effettuare una ricerca interna di personale, «in passato erano stati fatti questi tentativi ma nessuno aveva voluto andarci».
Elisa Ferrando e Riccardo Santagati