Sono lunghe giornate di passione nei Caf astigiani. Cittadini che attendono fuori dalla porta fin dalle 6 del mattino, lunghe code, nervosismo e tensione sono ormai diventati la norma nel corso di
Sono lunghe giornate di passione nei Caf astigiani. Cittadini che attendono fuori dalla porta fin dalle 6 del mattino, lunghe code, nervosismo e tensione sono ormai diventati la norma nel corso di questa settimana. Un tour de force, per giunta, motivato dalla necessità di pagare in tempo le tasse. Sì, perché lunedì 16 giugno è stata fissata, a livello nazionale, la scadenza di numerosi adempimenti cui devono sottostare i cittadini: presentazione del modello 730, presentazione del modello Unico, pagamento dellImu per quanto riguarda la seconda casa. E, come se non bastasse, il pagamento della Tasi (Tassa sui servizi indivisibili), che ha dato il colpo di grazia.
Sì, perché mentre negli altri casi la scadenza era conosciuta da mesi, per questa nuova tassa, introdotta dalla Legge di stabilità 2014 a parziale sostituzione dellImu prima casa, i tempi sono stati strettissimi, creando serie difficoltà a Caf e cittadini. Sì, perché la maggior parte della popolazione non è in grado di compilare il modello F 24 andando a leggere – e compendere – la delibera approvata dal Comune di residenza. E quindi si è dovuta rivolgere, pagando ovviamente il servizio, a professionisti del settore o, appunto, ai Caf, i centri di assistenza fiscale presenti presso sindacati, associazioni ed Enti vari. «La situazione è drammatica – commenta Sandra Minato, responsabile del Caf Cgil di Asti – peggiorata dallintroduzione della Tasi».
«I tempi di approvazione delle delibere da parte dei Comuni sono caduti molto vicini alla scadenza del pagamento (si pensi che avevano tempo fino al 31 maggio, ndr), per cui abbiamo dovuto lavorare anche di notte per leggere le delibere e caricare le aliquote sui nostri programmi informatici. Il problema, poi, è che ogni delibera è diversa dalle altre, con detrazioni differenti che in alcuni casi richiedono una determinata documentazione (ad esempio lIsee) e in altri no. Noi abbiamo 14 operatori e due centralinisti tra la sede di piazza Marconi e gli uffici distaccati di Asti Est e Asti Ovest, ma nonostante ciò fatichiamo molto. Al contempo non possiamo nemmeno stravolgere la nostra organizzazione. Così trascorriamo questi giorni in mezzo a cittadini arrabbiati perché devono affannarsi per pagare le tasse, soprattutto se anziani. Senza contare che la maggior parte dei cittadini non è in grado di pagare la Tasi e insieme la Tari, ovvero la Tariffa rifiuti. In questo caso arriva il bollettino a casa, ma si tratta comunque di una cifra da pagare entro il 16 giugno (quando fino allanno scorso, per esempio ad Asti, la scadenza era a fine luglio, ndr)».
Daccordo Giovanni Prezioso, segretario generale provinciale Cgil: «Stiamo subendo linefficienza complessiva dellorganizzazione dei Comuni e dello Stato. Auspico che sia lultima volta che si verifica una concentrazione di scadenze di questo tipo, per i cittadini e per il personale del Caf, che subisce senza poterne nulla la frustrazione della gente». Cambia la sigla sindacale, ma la musica no. Al Caf della Uil in corso Alessandria continuano le code e gli operatori non sanno come far fronte alla mole di lavoro. «Le delibere dei Comuni sulla Tasi – commenta Armando Dagna, segretario generale provinciale Uil – sono troppo diverse e, in alcuni casi, decisamente complicate. E ora che Governo e Anci si mettano daccordo per porre fine a questa confusione che alimenta il nervosismo delle persone. Soprattutto di chi ci dice che deve aspettare laccreditamento di stipendio o pensione perché non ha contante a sufficienza, anche se incorreranno nelle maggiorazioni per chi paga oltre il termine».
Situazione difficile nei giorni scorsi anche negli uffici del Caf Cisl. «Fortunatamente il peggio sembra passato – afferma la direttrice Elvira Santino – grazie anche al fatto che abbiamo numerosi uffici dilocati nellAstigiano. Ma questo ha voluto dire investire risorse notevoli per i programmi informatici e lavorare con i minuti contati, considerando anche che sono dovuta stare una settimana al nostro centro informatico di Torino per inserire le aliquote e i criteri delle delibere dei Comuni piemontesi. La decisione del Governo di concentrare tutte queste scadenze il 16 ha comportato un lavoro troppo oneroso per noi dei Caf, e un disagio per i cittadini che, tra laltro, si vedono costretti a pagare cifre anche elevate in un unico momento».
Elisa Ferrando