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Economia

Villanova, le nuove aree commerciali
fanno paura ai negozianti

Circa 150 firme di commercianti villanovesi e ambulanti del mercato settimanale sono state depositate in Comune contro le nuove aree commerciali inserite nella variante al Piano Regolatore. Una

Circa 150 firme di commercianti villanovesi e ambulanti del mercato settimanale sono state depositate in Comune contro le nuove aree commerciali inserite nella variante al Piano Regolatore. Una protesta dettata dalle difficoltà che il settore sta attraversando e dalla paura che l’apertura di centri commerciali, o nuove attività legate alla grande distribuzione, possano mettere definitivamente in ginocchio anche chi in questo momento, sia pur tra mille difficoltà, riesce ancora a lavorare e, nel suo piccolo, magari anche a dar lavoro a qualche dipendente.

La protesta però giunge tardiva e stando alle dichiarazioni del sindaco Christian Giordano e dell’assessore all’Urbanistica Enrico Trinchero, che hanno accettato di ricevere in comune, una trentina di commercianti e i rappresentanti dell’Ascom, non sarebbe comunque stata accolta nemmeno in precedenza, dal momento che il Piano Regolatore ha vincoli imposti da parametri regionali e nazionali non derogabili e che le uniche due aree commerciali che la nuova variante al Piano Regolatore prevede, sono comunque aree nate su richiesta di privati, che avevano tutte le carte in regola per ottenerne la validazione.

Sotto accusa, da parte dei commercianti, la trasformazione dell’ex area Neirotti, ora di proprietà di un imprenditore immobiliare (ufficialmente della società Villanova 2), intenzionato a trasformarla in commerciale, unitamente a quella avanzata dalla ditta Trevisan per la conversione di parte dei capannoni di proprietà in area commerciale, a servizio dell’attività stessa, ma con possibilità di inserire all’interno anche negozi non strettamente legati alla produzione dolciaria aziendale (l’azienda, peraltro, é in regime di liquidazione fallimentare, con probabili cambiamenti di gestione nel futuro prossimo, n.d.r.). Complessivamente le due aree superano i 70 mila metri quadrati di superficie (45.000 l’ex Neirotti, 32.000 l’area Trevisan), dei quali però solo il 40 per cento, effettivamente usufruibili per attività commerciali, con ulteriore vincolo di cubatura pari ad un metro cubo di costruzione per ogni metro quadrato di area; il resto dovrà essere destinato a servizi, parcheggi, aree di sgombero e quant’altro necessario e previsto per l’avvio dell’attività commerciale.

I commercianti presenti all’incontro svoltosi in comune hanno chiesto esplicitamente all’amministrazione di bloccare l’iter o quanto meno di ritardare la parte relativa al riordino delle aree commerciali, cosa impossibile a realizzarsi essendo la Variante uno strumento che riguarda tutti gli aspetti urbanistici in maniera unitaria. «Anche volessimo non possiamo ritardare una parte del piano regolatore – ha spiegato l’assessore Trinchero, coadiuvato dallo stesso sindaco – anche se per l’approvazione definitiva ci vorranno ancora diversi mesi, direi almeno un anno, un anno e mezzo salvo complicazioni. Quello che possiamo fare e che già stiamo facendo, é cercare di far sì che i nuovi insediamenti siano un arricchimento per il paese e non un motivo di danneggiamento delle attività esistenti. E’ in questo che dobbiamo essere bravi a guidare la fase poi di attuazione della variante e chiederei anche il vostro aiuto per cercar eventualmente soggetti interessati ad aprire attività sul nostro territorio, non necessariamente legate o in concorrenza a quanto già c’é in paese».

Una posizione condivisa, parzialmente, anche dai rappresentanti di categoria intervenuti all’incontro: «Non siamo qui per prenderci per i capelli o per azioni muro contro muro con l’amministrazione – ha spiegato Aldo Bruno, direttore dell’Ascom di Asti, presente all’incontro con il delegato di zona Claudio Bottino -. Quello che vogliamo, é capire cosa sta succedendo e trovare una soluzione che possa andar bene a tutti,per non ritrovarci fra qualche anno con un paese morto dal punto di vista commerciale, così come capitato in altre zone dopo l’apertura di colossi che hanno distrutto il tessuto commerciale esistente».
La parola passa ora alla Regione e ai tavoli di confronto previsti per la fase finale del percorso della variante, dove ovviamente potrebbero ancora sorgere divieti o limitazioni anche alle aree già previste, ma si tratta ovviamente solo di ipotesi.

Franco Cravero

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