E’ stata lanciata nei giorni scorsi da Confartigianato la campagna nazionale di informazione contro l’abusivismo dal titolo “Occhio ai furbi! Mettetevi solo in buone mani”.
Tre gli obiettivi dell’iniziativa, che ha visto la realizzazione di vignette e fumetti sul tema: mettere in guardia i consumatori dal rischio di cadere nelle mani di operatori improvvisati; valorizzare il lavoro dei veri artigiani; richiamare le autorità ad un’azione di contrasto all’evasione fiscale e contributiva.
«In base allo studio che abbiamo effettuato sul fenomeno – spiegano dall’associazione di categoria, che a livello provinciale è guidata dal presidente Roberto Dellavalle e dal direttore Giansecondo Bossi (nella foto in alto) – per numero di “occupati”, pari a 3,2 milioni di irregolari, il “sommerso” è il terzo settore più numeroso dell’economia italiana, preceduto dai servizi, che contano 16,3 milioni di addetti, e dal manifatturiero (4 milioni di addetti)».
La concorrenza sleale
Sono infatti 709.959 le aziende italiane maggiormente esposte alla concorrenza sleale ad opera di un milione di operatori abusivi che si spacciano per imprenditori, ma che di regolare non hanno nulla. E’ irregolare il 14% dei soggetti che svolgono attività indipendente e questa quota è aumentata di 0,6 punti percentuali rispetto al 2011. In particolare, i rischi maggiori di infiltrazione abusiva li corrono 587.523 imprese artigiane, soprattutto nei settori dell’edilizia, acconciatura ed estetica, autoriparazione, impiantistica, riparazione di beni personali e per la casa, trasporto taxi, cura del verde, comunicazione e traslochi.
Il presidente nazionale di Confartigianato, Marco Granelli, chiede quindi «tolleranza zero per un fenomeno che sottrae lavoro e reddito ai piccoli imprenditori e risorse finanziarie allo Stato, oltre a minacciare la sicurezza e la salute dei consumatori».