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Confcooperative, maxi fusione tra Asti, Alessandria e Cuneo: nasce un gruppo da 15 miliardi di euro

La nuova Federazione raccoglie 415 cooperative e 109 mila soci di tutto il Sud Piemonte. Entrano anche le 8 banche di credito cooperativo

Chi c’era l’ha definita “epocale”, sicuramente la fusione tra Confcooperative Asti-Alessandria e quella di Cuneo è un’operazione che è destinata a rafforzare il sistema cooperativistico da un punto di vista sociale ed economico. Lo spiegano bene i numeri: la nuova realtà, che si chiamerà Confcooperative Piemonte Sud, battezzata nell’assemblea interprovinciale che si è svolta ad Alba, rappresenterà 415 Cooperative per 109 mila soci e 15 mila occupati, che producono un fatturato di 15 miliardi di euro a cui vanno aggiunti 8 Banche di Credito Cooperativo, con 140.000 soci, 1.483 occupati e una raccolta diretta di 12 miliardi di euro, portate “in dote” da Cuneo.

Alla presidenza della nuova maxi federazione di cooperative è stato indicato Mario Sacco, già a capo di Confcooperative Asti-Alessandria, un riconoscimento al lavoro sin qui svolto, che spiega: “Abbiamo già iniziato nel 2019 con l’unificazione dei servizi fra Asti e Cuneo e ora, entro 60 giorni, questa unione diventa realtà. È stato fatto un consiglio equilibrato e si è lavorato con dedizione ed impegno e ora abbiamo davanti una grande sfida. La Piemonte Sud è una delle cinque unioni più grandi d’Italia. Sta a noi creare una squadra che sia forte anche nella rappresentanza territoriale in cui presentare lo spirito cooperativo”.

La Piemonte Sud sarà presentata ufficialmente a marzo. Definita la squadra: accanto a Sacco ci saranno il vicepresidente vicario il cuneese Alessandro Durando e il direttore Pietro Cavallero. Poi Giovanni Aresca Giovanni, Federico Arnolfo, Ferdinando Balzarotti, Massimo Barbero, Roberto Basile, Maurizio Bologna, Marì Chiapuzzo, Federica Curcio, Pierluigi Mascarino, Valentina Mazzola, Filippo Mobrici, Claudio Negrino, Stefano Origlia, Filippo Paradiso, Barbara Pastorino, Salvatore Pellitteri, Barbara Penna, Mauro Pusterla, Barbara Rapetto, Monica Strocco, Ferdinando Trisoglio.

I settori trainanti sono quello dell’agricoltura (dalle cantine sociali a quelle zootecniche o della produzione di cereali) del sociale e dell’edilizia, oltre, adesso quello del credito con le 8 banche cooperative.

“Questo è il punto di partenza di una nuova associazione territoriale più forte nella rappresentanza, nella tutela e nell’erogazione dei servizi a favore delle imprese cooperative per affrontare le sfide dei prossimi anni” dicono Sacco e Durando. Ma perché si è arrivati alla fusione? “Questo progetto – spiega il presidente Sacco – nasce dall’esigenza delle singole associazioni di evolvere verso forme di aggregazione coerenti con le trasformazioni in atto nell’attuale momento storico, a livello economico, sociale, istituzionale e associativo; è inoltre evidente l’esigenza di assumere maggiore visibilità rappresentativa in un contesto territoriale in continua evoluzione, sia sotto il profilo economico, sia sotto i profili politico e sociale, che conduce necessariamente verso processi di accorpamento in strutture unitarie che possano, con modalità maggiormente adeguate alla situazione contingente, fungere da veicolo dei valori e degli interessi fondanti la Cooperazione”.

Nella foto da sinistra Pietro Cavallero, Mario Sacco, Tino Cornaglia (presidente della Banca d’Alba e di Confcooperative Piemonte) e Alessandro Durando

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