Dal 9 al 10 ottobre Castellero ospita la 32esima Fiera Città della Nocciola con un convegno su tecniche sperimentali di coltivazione, la premiazione della miglior resa della nocciola, la fiera della
Dal 9 al 10 ottobre Castellero ospita la 32esima Fiera Città della Nocciola con un convegno su tecniche sperimentali di coltivazione, la premiazione della miglior resa della nocciola, la fiera della meccanizzazione con l'esposizione delle ultime novità del settore corilicolo, visite guidate dal noccioleto alla lavorazione del prodotto, trekking e gara podistica tra i noccioleti, giochi per i più piccoli e, naturalmente, degustazioni gastronomiche. La piemontese Tonda Gentile Trilobata Igp è considerata la migliore nocciola al mondo ed è particolarmente apprezzata dall'industria dolciaria per i suoi parametri qualitativi: la forma sferoidale del seme, il gusto e l'aroma eccellenti dopo la tostatura, l'elevata pelabilità e la buona conservabilità.
Ma qual è l'impatto di questa eccellenza sull'economia locale? «Dal punto di vista strettamente economico la coltivazione della nocciola resta un comparto di nicchia al quale si riservano terreni una volta destinati a vigneto e di certo non può competere con viticoltura, zootecnica e cerealicoltura, ma -? spiega Luigi Franco della Coldiretti di Asti – è altrettanto vero che negli ultimi anni si è registrato un certo interesse all'impianto di nuovi noccioleti da parte di aziende agricole e hobbisti, pari a un +20%. Il Piemonte con 10 mila ettari di terreno destinati a noccioleto è la prima regione italiana per volumi di produzione, seguita da Campania e Sicilia. Le aree a maggior vocazione corilicola sono il cuneese e l'astigiano che conta attualmente 2500 ettari di noccioleti concentrati nella Valle Bormida e nell'area nord della provincia e un migliaio tra produttori e hobbisti. La produzione corilicola piemontese, così come quella astigiana, è quasi totalmente assorbita dall'industria dolciaria che acquista il prodotto dalle associazioni dei grandi produttori o dai grossisti ai quali si rivolgono i piccoli produttori e gli hobbisti. Per quanto riguarda invece i prezzi quest'anno abbiamo registrato un'impennata, arrivando a sfiorare i 500 euro al quintale a fronte dei 280-300 euro al quintale dello scorso anno. Incremento dovuto soprattutto alla limitata importazione di nocciole dalla Turchia a causa di una minore produzione dovuta a condizioni climatiche poco favorevoli e all'imposizione di un blocco di alcune partite di nocciole che non rispondevano ai parametri sanitari richiesti per legge».
Attualmente non sono previsti incentivi o contributi a livello regionale o provinciale per l'impianto di nuovi noccioleti, ma, in alcuni casi, sopperiscono a tale mancanza le amministrazioni locali con politiche volte alla salvaguardia e alla promozione dell'ambiente, del territorio e delle sue tipicità. La Comunità Collinare Valtriversa ne è un esempio: dal 1999 si impegna a cofinanziare al 50% l'acquisto di barbatelle di nocciolo per tutti i privati e le aziende i cui terreni di impianto ricadono all'interno dei suoi confini.
Non solo. Sempre la Valtriversa, così come altri 15 comuni astigiani (Antignano, Canelli, Cantarana, Castagnole Lanze, Castellero, San Paolo Solbrito, Settime, Tigliole, Vesime, Baldichieri, Maretto, Ferrere, Roatto, Monale, Villafranca), ha scelto di aderire all'Associazione Città della Nocciola che «si propone di intraprendere progetti di tutela della nocciola attraverso politiche di sviluppo eco-compatibile della corilicoltura, difesa delle tipicità, dell'autenticità e della qualità del frutto» e di promuovere un turismo enogastronomico e culturale.
Marzia Barosso