Didattica a distanza in tutte le classi
Non era nemmeno entrata in vigore l’ordinanza regionale che, domenica mattina, è stato firmato il nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che introduce misure restrittive in diversi ambiti per arginare l’aumento dei contagi da Covid-19. Tra questi, la didattica a distanza nelle scuole superiori, in misura non inferiore al 75%, per tutte le classi da oggi fino al 24 novembre. Il decreto prevede inoltre che l’ingresso degli studenti non possa avvenire prima delle 9, punto contro cui i dirigenti delle scuole nelle città di provincia, tra cui Asti, si erano già battuti nei giorni scorsi (quando era stato annunciato dal Governo ma poi “superato” da una circolare esplicativa del Ministero dell’Istruzione, in cui si diceva che non era obbligatorio).
Una misura differente, quindi, da quella prevista nell’ordinanza del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, che prevedeva da ieri la didattica a distanza in una misura non inferiore al 50%, ad eccezione delle classi prime.
Ma, vista la situazione, c’è stato chi, per evitare confusione tra ordinanza e decrete, ha deciso una settimana di didattica a distanza per tutte le classi della propria scuola. E’ il caso del dirigente dell’istituto superiore Monti, Giorgio Marino, che è anche il referente provinciale dell’ANP (Associazione Nazionale Presidi). «Domenica pomeriggio, in accordo con i docenti – racconta – ho deciso di attuare la didattica a distanza in tutte le classi per l’intera settimana, in modo da non generare confusione nelle famiglie tra l’ordinanza regionale e il nuovo Dpcm. E devo dire che la comunicazione agli studenti ha funzionato bene, perché stamattina (ieri per chi legge, ndr) sono praticamente rimasti tutti a casa a seguire le lezioni on line. Nel frattempo, chiederò chiarimenti in merito all’ingresso degli studenti non prima delle 9, misura che ritengo inapplicabile in provincia di Asti, considerando che le corse dei mezzi pubblici da fuori provincia arrivano attorno alle 8, per cui si obbligherebbero i ragazzi a rimanere fuori dalla scuola per circa un’ora».
«La nostra intenzione, comunque – conclude – è preservare il 25% di didattica in presenza, con turni tra le classi, a partire dalla prossima settimana».
La proposta dell’Artom
Alle prese ieri con la nuova organizzazione settimanale anche Franco Calcagno, dirigente dell’istituto tecnico industriale Artom. «Le nostre priorità, in questa fase – spiega – sono preservare lo svolgimento in presenza delle lezioni nei laboratori, che per un indirizzo di studio come il nostro sono fondamentali, e delle verifiche scritte. Inoltre un occhio di riguardo avranno le classi prime, che hanno appena cominciato un percorso di studio, e le classi quinte, in vista dell’Esame di Stato».
Inoltre la scuola ha anche proposto, alle famiglie dei ragazzi che sono seguiti da un docente di sostegno, di continuare a recarsi a scuola per svolgere le lezioni in presenza.
«In base all’esperienza della scorsa primavera – spiega Calcagno – i ragazzi disabili che hanno bisogno di un sostegno a scuola hanno riscontrato gravi difficoltà a seguire le lezioni a distanza. Per questo abbiamo pensato, visto che si tratta al massimo di due studenti per classe, di proporre alle famiglie di proseguire la didattica in presenza, insieme al docente di sostegno e al docente della materia oggetto della lezione. In questi giorni stiamo quindi raccogliendo le adesioni a quella che è una proposta per aiutare i ragazzi, ma assolutamente non un obbligo».
Elisa Ferrando