La Cgil scende in campo con alcune proposte di sviluppo nella direzione della transizione energetica. A parlarne, nei giorni scorsi in conferenza stampa, Luca Quagliotti, segretario generale provinciale del sindacato, insieme a Beppe Morabito, responsabile del Dipartimento industria della Camera del Lavoro.
L’analisi
«La nostra analisi – ha spiegato Quagliotti – parte dalla considerazione che il PNRR presentato fino ad oggi è ormai obsoleto. Considerando anche la malsana dipendenza dell’Italia dall’estero a livello di fonti energetiche, con ripercussioni pesanti nelle tasche dei cittadini, pensiamo che i progetti dovrebbero essere solo più diretti alla transizione ecologica ed energetica, operando un passaggio dalle fonti fossili a quelle rinnovabili. Ci sono in campo fondi e risorse per progetti finalizzati, per cui invitiamo Enti e imprenditori a farsi avanti».
Quagliotti ha quindi affermato di aver apprezzato la proposta del presidente dell’Unione industriale Andrea Amalberto (che si può leggere qui). Proposta che prevede la nascita di una filiera per la produzione, in Piemonte, di panelli fotovoltaici e idrogeno, grazie ad un gruppo di imprenditori che partecipi ad appositi bandi del PNRR e dell’Unione europea. «Va nella direzione – ha fatto notare Quagliotti – di investire su aziende manifatturiere, di cui Asti ha gran bisogno, e non più solo sulla grande distribuzione ai margini della città».
«Asti è ormai una città dormitorio – ha rimarcato Morabito – per cui le nostre proposte, rivolte ad Amministrazioni locali e imprenditori, hanno l’obiettivo di portare un miglioramento ambientale e un apporto all’occupazione. Senza contare l’importanza di interventi che cerchino di risolvere l’aumento dei costi energetici puntando al rinnovabile. Se non si interviene – ha affermato – il prossimo anno, in questo periodo, avremo un Paese in rivolta sociale. I cittadini, infatti, pagano tre volte il costo di questa situazione: a casa, per l’aumento delle bollette; al lavoro, perché molte aziende stanno cambiando i turni per cercare di risparmiare sui costi energetici; e nei negozi, a causa dell’inflazione».
Le proposte
Quattro le linee di intervento individuate. Primo, sostegno alla raccolta differenziata e al completamento del processo di raccolta, con produzioni derivanti dal materiale riciclato. Secondo, la creazione di un circolo virtuoso dei rifiuti, anche al fine di creare energia. «Per fare qualche esempio – hanno sottolineato i sindacalisti – pensiamo all’avvio di una sinergia tra le aziende Gaia e Asp anche sui temi energetici, con Gaia che produce e Asp che commercializza e vende il prodotto. Un sistema che porterebbe grandi vantaggi economici alle aziende, ai comuni consorziati e, attraverso la riduzione delle tariffe, ai cittadini». In questo caso, hanno ricordato, la compatibilità economica deriva dalla somma dei risparmi per lo smaltimento dei rifiuti e dalle risorse ottenute con la vendita dei prodotti da essi derivanti.
«C’è poi – ha aggiunto Morabito – tutta la filiera del progetto Cannaben, sul riuso della canepa e dei prodotti derivanti dagli scarti dell’agricoltura. Materiali che, se opportunamente trattati, possono essere riutilizzati in edilizia come isolanti o pavimentazione. Una proposta che avevamo avanzato già dopo la chiusura dello stablimento Askoll di Castell’Alfero, ma poi finita nel dimenticatoio».
Terzo, attività legate alla produzione di energia elettrica non inquinante e al miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici, con l’obiettivo di favorire l’atterraggio in città di aziende che operano nel settore e nell’installazione di pannelli solari e fotovoltaici.
Quarto, investimenti per il recupero delle acque piovane, alla base di una filiera collegata all’idrogeno. «Il recupero delle acque piovane – hanno indicato – sarebbe anche utile per le coltivazioni e l’utilizzo negli edifici al posto dell’acqua potabile per i servizi igienici».
«In ultimo – hanno puntualizzato – riteniamo che sia necessario riprendere il ragionamento sul progetto di costruzione della cittadella dell’energia nell’area dell’ex Way Assauto. Un progetto possibile sia attraverso l’utilizzo dei tetti per i pannelli solari sia attraverso l’utilizzo degli spazi della palazzina uffici. Uffici che potrebbero ospitare un centro di ricerca sulle energie rinnovabili e un incubatore di un distretto industriale delle energie alternative di cui Asti ha un disperato bisogno».
L’ex Way Assauto
L’utilizzo dell’area ex Way Assauto garantirebbe, inoltre, la bonifica del sito. «Oltre al centro di ricerca e alla cittadella dell’energia si potrebbero trasferire, una volta bonificata l’area, anche alcune scuole e centri di formazione, creando un “quadrato” tra Centro istruzione adulti, Università ed ex Waya. Un polo scolastico unico nel suo genere in cui sarebbe possibile fare sinergia e co-progettazione tra diversi livelli di istruzione: università, scuole secondarie e centri di ricerca».
Le linee di intervento economico
«I progetti – hanno concluso – sono finanziabili con quattro linee diverse di intervento economico. Ad esempio, inserendole come progetti legati al PNRR; attraverso Iren (comproprietaria al 45% di GAIA e di ASP, attraverso NOS), che ha annunciato un piano industriale da 12 miliardi di euro nei prossimi 10 anni; quindi con bandi nazionali ed europei sulle aree industriali dismesse.