Nel 2013 frena la richiesta di credito da parte delle famiglie in Piemonte. Tradotto in numeri, parliamo di cifre pari a – 5,4% per i mutui, – 2,7% per i prestiti finalizzati (ovvero strattamente
Nel 2013 frena la richiesta di credito da parte delle famiglie in Piemonte. Tradotto in numeri, parliamo di cifre pari a – 5,4% per i mutui, – 2,7% per i prestiti finalizzati (ovvero strattamente legati ad un acquisto che si effettua) e – 0,3% per quelli personali.
La provincia di Asti si rispecchia parzialmente in questa situazione, in quanto ha registrato – 5,1% sul numero di richiste di mutuo, – 4,9% sui prestiti finalizzati, ma + 9,9% sulla domanda di prestiti personali. Emerge dall'ultima edizione del Barometro Crif, che analizza l'andamento delle domande di mutui e prestiti contribuite dagli istituti di credito in Eurisc (il sistema di informazioni creditizie del Gruppo Crif che raccoglie i dati relativi ad oltre 77 milioni di posizioni creditizie).
A livello piemontese emerge che la contrazione del numero di domande di mutuo nel corso del 2013 è stata pari a -5,4%, quindi peggio della media nazionale che ha fatto segnare una flessione del -3,6%, mentre l'importo medio richiesto è risultato pari a 119.062 euro, in calo del – 6,9%. Nella spaccatura per province Asti ha segnato una contrazione pari a – 5,1% (e un importo medio richiesto pari a 107.893 euro), che si colloca al centro tra gli opposti rappresentati da Verbania (l'unica cha ha registrato un incremento di richieste, pari a + 0,8%) e Alessandria, caratterizzata da una pesante contrazione (- 17,7%).
Riguardo ai prestiti finalizzati, ancora un segno meno per Asti (- 4,9%, con un importo medio richiesto pari a 5.200 euro), sempre tra gli opposti rappresentati da Novara (+ 1,7%) e Alessandria (- 8,4%). Infine, relativamente ai prestiti personali, Asti rappresenta l'unico caso in Piemonte che registra un forte incremento, pari al 9,9% per numero di richieste, che sale al 10,5% per incremento degli importi richiesti (pari a 10.851 euro) rispetto al 2012.
«L'andamento delle richieste di credito rappresenta un indicatore di straordinaria importanza per tastare tempestivamente il polso alle famiglie – commenta Simone Capecchi, direttore Sales & marketing del Gruppo Crif – valutare il loro livello di fiducia nei confronti del futuro e la propensione ad impegnarsi nell'investimento per la casa o nell'acquisto di beni durevoli. Peraltro il quadro congiunturale risulta ancora fragile, con il persistere di segnali negativi sul fronte dell'occupazione e la sostanziale debolezza dei redditi disponibili. Di conseguenza il credito retail permane condizionato da una forte prudenza che influenza sia la domanda di finanziamenti da parte delle famiglie, che temono di non riuscire a far fronte regolarmente ai debiti contratti, sia l'offerta, che deve far fronte al progressivo innalzamento dei livelli di rischiosità».
e. f.