Aiutare i migranti impegnati in agricoltura, in particolare in questo periodo di vendemmia, a denunciare situazioni di sfruttamento, lavoro nero e caporalato, portando avanti le vertenze ma anche seguendo con attenzione la fase successiva, in modo che le vittime possano trovare una sistemazione e un nuovo impiego.
E’ il valore aggiunto del progetto “Diagrammi Nord” – ovvero Diritti in agricoltura attraverso approcci multistakeholder e multidisciplinari per l’integrazione e il lavoro giusto – attuato a livello nazionale e, da stamattina, anche nell’Astigiano. E’, appunto, un progetto di integrazione socio-lavorativa finalizzato alla prevenzione e al contrasto dello sfruttamento lavorativo e del caporalato in agricoltura, approvato dal Ministero del Lavoro (all’interno dell’avviso 1/2019) e co-finanziato dall’Unione europea. Diversi i partner dell’iniziativa, che in Piemonte vede capofila la categoria sindacale Flai Cgil: Inca Cgil, Ministero del lavoro, Ministero dell’Interno, AGCI (Associazione generale cooperative italiane), Fondazione Metes, Associazione Terra, OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), Nova Onlus (Consorzio nazionale per l’innovazione sociale) e associazione Adir – L’altro diritto.
Il progetto
A presentare il progetto, stamattina in conferenza stampa, Luca Quagliotti, segretario generale provinciale Cgil; Denis Vayr, segretario generale regionale Flai Piemonte; Teresa Bovino, coordinatrice regionale del progetto e Paolo Capra, segretario generale provinciale Flai Cgil.
“‘Diagrammi Nord’ – ha esordito Vayr – è frutto dell’esperienza accumulata negli anni passati. Prevede di andare ad intercettare i migranti nei luoghi di lavoro e ritrovo (grazie anche agli accordi con Prefettura, Forze dell’Ordine e numerosi soggetti del territorio), per dare loro supporto e risposte. Il tutto con un furgone attrezzato che trasporta bottigliette d’acqua, borse frigo, borracce, cappelli da utilizzare nel lavoro dei campi e altri oggetti che possano essere utili ai migranti. In questo modo ci mettiamo a disposizione evitando che i punti di riferimento dei lavoratori miranti siano i “caporali”. A differenza del passato, poi, non appoggiamo solo la denuncia dello sfruttamento lavorativo, ma “prendiamo in carico” la persona che, dopo la vertenza, può contare su un programma che consenta di trovare una sistemazione e un nuovo lavoro, avviando anche un percorso di formazione”.
“Il tutto – ha proseguito – grazie al pregresso lavoro portato avanti negli anni grazie ai tavoli istituzionali che hanno affrontato il problema. Ora è tempo di un ulteriore passo in avanti per far capire che non è più accettabile calpestare i diritti delle persone”.
In questa prima fase i comuni interessati dal progetto – che sconfinano nel Cuneese – sono Asti, Canelli, Costigliole, Castagnole delle Lanze, Cossano Belbo, Neive, Isola, Santo Stefano Belbo. Inoltre sono a disposizione le sedi Flai Cgil di Asti, aperta il lunedì dalle 17 alle 19 (referente Paolo Capra); Canelli, il mercoledì dalle 17 alle 19 (Julja Todosieva) e Nizza Monferrato, il venerdì dalle 17 alle 19 (Giuseppe Campanella).
La formazione
“Sicuramente – ha aggiunto Teresa Bovino – è un progetto molto impegnativo, perché tra i veri “tasselli” che lo compongono prevede anche la formazione. Dagli incontri che abbiamo avuto lo scorso luglio con le associazioni datoriali, infatti, è emerso che necessitano di manodopera formata, dato che nel passaggio generazionale dell’ultimo periodo si sono perse molte conoscenze e tecniche di coltivazione e produzione. Come “Diagrammi” ci occupiamo di questo aspetto, attuando con il Cpia (Centro provinciale di istruzione adulti) il progetto Petrarca della Regione Piemonte. In sostanza, l’obiettivo è mettere in contatto i lavoratori con il Centro per fare in modo che aderiscano alla possibilità di imparare l’italiano. Anche se capiamo perfettamente la difficoltà, per loro, di conciliare la frequenza dei corsi con gli orari impegnativi del lavoro nei campi”.
Bovino fa poi riferimento ad un’altra iniziativa. “Il progetto – conclude – prevede anche di valorizzare la Rete del lavoro agricolo di qualità, presente nella legge 199 del 2016, che ad Asti è stata avviata da associazioni datoriali e sindacali, determinando la nascita della cabina di regia presso l’Inps. Rete che, detto con parole semplici, prevede una sorta di “bollino verde” per le aziende aderenti, dato che applicano in maniera corretta il Contratto collettivo di lavoro sia nazionale che provinciale”.
D’accordo Paolo Capra che, ha ricordato le varie tappe che hanno consentito, negli ultimi anni, di arrivare ad un progetto “così ambizioso”.
Botta e risposta tra Quagliotti e Lanzavecchia
Da parte di Luca Quagliotti anche in riferimento alla stretta attualità. “E’ un progetto rivolto ai lavoratori migranti in agricoltura e all’emersione del lavoro nero – ha affermato Quagliotti – che riguarda anche l’Astigiano. A questo proposito trovo incauta la dichiarazione, in questi giorni, del sindaco di Canelli Paolo Lanzavecchia, secondo cui quest’anno non ci sono situazioni problematiche con i migranti. Noi abbiamo verificato la situazione. Durante il sopralluogo abbiamo visto (e ripreso con il telefonino) i bivacchi dei migranti regolari che dormono alla stazione ferroviaria. Magari questo problema sarà risolto quando, la prossima settimana, tornerà operativa la Caritas. Però dimostra come, ancora una volta, si è arrivati in ritardo a livello di accoglienza dei migranti regolari”.
Interpellato sulla questione, il sindaco Lanzavecchia così replica: “Non esiste più l’emergenza di qualche tempo fa. Il fenomeno comunque c’è ancora e i tavoli di concertazione servono ad affrontarlo, come stiamo facendo, e a dare risposte efficaci. Anche lo Sportello aperto a Canelli per i lavoratori deve essere un aiuto in questo senso”.
“Le persone alla stazione? Sono in un’area privata – conclude – e noi non possiamo intervenire anche se, come detto, monitoriamo la situazione. Sappiamo però che sono lavoratori impiegati in aree fuori Canelli”.