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Edilizia ferma: oggi la grande protesta nazionale
Economia

Edilizia ferma: oggi la grande protesta nazionale

Pensioni, lavoro, sicurezza e contratto: su questi temi l’edilizia si fermerà oggi, giovedì 25 maggio, promuovendo manifestazioni a livello interregionale, organizzate unitariamente dai sindacati di categoria Feneal Uil, Fillea Cgil e Filca Cisl

Pensioni, lavoro, sicurezza e contratto. Su questi temi l’edilizia si fermerà oggi, giovedì 25 maggio, promuovendo manifestazioni a livello interregionale, organizzate unitariamente dai sindacati di categoria Feneal Uil, Fillea Cgil e Filca Cisl, tra cui quella del Nord Italia a Bologna. Manifestazione che vedrà la partecipazione dei lavoratori e dei sindacalisti del settore, tra cui oltre 600 operai piemontesi che arriveranno nel capoluogo emiliano a bordo di 12 pullman (uno dei quali partirà da Asti).

In programma diversi interventi di lavoratori seguiti dalle conclusioni del segretario generale nazionale Feneal Uil Vito Panzarella. A spiegare le ragioni della protesta i segretari generali di categoria della provincia di Asti Calogero Palumbo (Feneal Uil), Filippo Rubulotta (Fillea Cgil) e Luigi Tona (Filca Cisl).

“Innanzitutto scendiamo in piazza per protestare sul tema delle pensioni. L’APE agevolata, infatti, ha rappresentato un passo avanti nella vertenza sulla previdenza, ma, per come è stata concepita, interesserà pochissimi operai edili, caratterizzati da anni di lavoro discontinuo. Mandare in pensione gli operai edili ultra60enni non è solo un atto di giustizia, ma serve anche ad evitare incidenti mortali che, negli ultimi anni, sono sempre più numerosi. Anche perché troppe aziende, con la scusa della crisi economica, non investono più sulla sicurezza dei propri dipendenti. Su questi temi, quindi chiediamo al Governo di compiere scelte forti”.

All’indirizzo dell’esecutivo anche la richiesta di politiche straordinarie di manutenzione e nuove opere pubbliche, moderne ed efficienti, senza dimenticare la messa in sicurezza di interi territori.Per usare un gioco di parole – proseguono i sindacalisti – chiediamo del lavoro buono che non può che derivare dalla sottoscrizione di un buon contratto. Il rinnovo dei contratti nei nostri settori deve prevedere un incremento dei salari, utile a far ripartire l’economia ed i consumi, il rafforzamento della previdenza e della sanità integrativa (e dei fondi) per l’aiuto al pensionamento anticipato.Chiediamo quindi alle controparti di fare un salto di qualità e di accettare fino in fondo la sfida”.

 Elisa Ferrando

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