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Edilizia in sofferenza, calate massa salari e ore lavorate

Calogero Palumbo e Giuseppe Manta (Feneal Uil) commentano i dati dell’ultimo anno edile in provincia di Asti e in Piemonte

Dodici mesi particolari e complicati che, cominciati in modo positivo, hanno subito il devastante effetto dell’emergenza sanitaria e del collegato lockdown. Parliamo dell’ultimo anno edile, calcolato dall’ottobre 2019 al settembre 2020.
«Era cominciato con ottime prospettive – spiega Calogero Palumbo, responsabile dell’area astigiana di Feneal Uil Piemonte – tanto che, fino a febbraio, si era rilevato un incremento, relativamente ai dati in possesso della Cassa edile (Ente paritetico del settore), della massa salari, il principale indicatore dello stato di salute del comparto».
Lo scorso gennaio, infatti, la massa salari denunciata aveva avuto un incremento sullo stesso periodo dell’anno precedente pari a + 10,29%, salendo a febbraio a 12,19%. Dopo mesi di calo e crisi, infatti, si erano sbloccati alcuni cantieri e si intravedevano buone possibilità anche a livello di ristrutturazioni.

L’effetto lockdown

«Poi – prosegue – il settore produttivo italiano è stato travolto dalla pandemia, e così anche l’edilizia. A marzo molti lavoratori sono stati collocati in cassa integrazione ordinaria per Covid, per cui la massa salari, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, è crollata del 45,12%, creando un disagio sociale enorme sia per gli imprenditori che per i lavoratori. Lavoratori che sono rimasti per molti mesi senza nessuna entrata economica in quanto le imprese che hanno anticipato il trattamento di cassa integrazione alle maestranze non hanno raggiunto nemmeno il 10% del totale».
I mesi successivi sono stati ancora più difficili, con il lockdown che ha portato il dato peggiore dell’anno ad aprile (– 81,89% di massa salari rispetto allo stesso periodo del 2019) in quanto potevano lavorare solo le imprese stradali e quelle che lavoravano per le ferrovie, mentre da maggio, con la parziale ripresa, il calo è stato pari a – 22,18 %.
«A giugno – sottolinea – l’edilizia ha ricominciato a risollevarsi tra molteplici difficoltà. E, parimenti, è stato istituito il Comitato Protocolli Covid presso la Cassa Edile per andare incontro alle imprese nella ripresa del lavoro, alcune delle quali hanno sofferto parecchio.
Tuttavia solo ad agosto si è tornati al segno positivo a livello di massa salari (+13,97) e molti lavoratori hanno rinunciato alle ferie per rimanere a lavorare nei cantieri, in modo da rispettare le scadenze di consegna dopo il ritardo accumulato con il lockdown».

I dati dell’ultimo anno edile

Sintetizzando e operando un confronto tra l’anno edile da poco concluso e quello precedente, si nota quindi una situazione di sofferenza su quasi tutti i dati certificati dall’Ente Bilaterale: imprese – 2,33% (406 – 415), operai versanti – 0,22% (1519 – 1522), totale massa salari – 11,33% (18.842.000 – 21.249.000), totale ore lavorate – 11,93% (1.771.385 – 2.011.256).
«Purtroppo – conclude Palumbo – i dati relativi a ottobre confermano che il settore fa fatica a risollevarsi e che questo semi-lockdown sta creando notevoli disagi».

La situazione a livello regionale

In Piemonte la situazione non è migliore. Infatti, sempre operando il confronto tra gli ultimi due anni edili, la massa salari in Piemonte è diminuita del 10,07 % (358.560.000 – 398.730.000), le ore lavorate sono scese del 10,81% (32.161.578 – 36.059.380), il numero di lavoratori versanti è rimasto stabile (28552 – 28517) ma il numero imprese è diminuito del 3,57% (5.932 – 6.152) .
Il territorio con la perdita maggiore a livello di massa salari risulta Novara (-12,57%); seguono Asti (appunto – 11,33%), Vercelli (-11,18 %), Torino ( – 11,05 %), Cuneo ( -10,31%) Biella (- 8,92%), Verbania (- 7,94%) e Alessandria (- 5,87%). «Purtroppo – afferma Giuseppe Manta, segretario generale Feneal Uil Piemonte – non si è ancora visto l’effetto positivo del superbonus del 110% per l’edilizia, introdotto con il decreto dello scorso maggio».
«Ciononostante – evidenzia – la contrattazione nel settore non si è fermata. Infatti sono stati portati a termine numerosi accordi tra le parti, con riferimento soprattutto a Sanedil, cioè l’integrazione sanitaria per i lavoratori edili con numerose prestazioni da richiedere presso la Cassa Edile, tramite i sindacati, che vanno a sostituire le vecchie prestazioni Cassa Edile. Un passo importante perché unifica tutte le prestazioni a livello nazionale».
«Altri importanti accordi – conclude – sono il Fondo prepensionamento lavoratori edili e il Fondo incentivo occupazione, sempre da richiedere presso gli Enti bilaterali. Sperando che consentano ai lavoratori anziani di poter accedere alla pensione e ai giovani di poter entrare nel settore che è diventato uno dei più specializzati».
«Nel frattempo siamo sempre pronti a vigilare per il rispetto delle regole sia contrattuali che sulla sicurezza».

Elisa Ferrando

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