Sempre più irto il percorso verso un accordo tra sindacati e vertici della Askoll, l'azienda di Castell'Alfero che produce motori per lavatrici, destinata a cessare l'attività il 31
Sempre più irto il percorso verso un accordo tra sindacati e vertici della Askoll, l'azienda di Castell'Alfero che produce motori per lavatrici, destinata a cessare l'attività il 31 agosto, dopo anni di difficoltà legate alla crisi del settore elettrodomestici (parte della produzione sarà trasferita in Slovacchia).
Sul "piatto" la gestione dei 104 esuberi che rimarranno a casa dal 1° settembre, dato che i lavoratori, lo scorso 15 giugno, hanno ricevuto la lettera di licenziamento collettivo. Da settimane i sindacati (Uilm Uil, Fim Cisl e Fiom Cgil) stanno facendo una lotta contro il tempo per cercare di firmare con l'azienda un accordo che garantisca ai dipendenti 12 mesi di cassa integrazione per cessazione di attività (in parallelo con l'avvio della mobilità) prima che vengano pubblicati i decreti attuativi del Jobs Act, che modifica radicalmente la normativa degli ammortizzatori sociali. Accordo reso difficile dalla complessità della normativa, in alcuni punti di difficile interpretazione, e di cui si sarebbe dovuto discutere oggi (venerdì) in Regione. Ma ieri (giovedì) l'azienda ha chiesto di rinviare l'incontro, a causa della mancanza di chiarezza delle disposizioni legislative in materia di cassa integrazione straordinaria.
«Adesso la strada per arrivare all'accordo diventa molto più tortuosa – commenta "a caldo" Silvano Uppo, segretario provinciale Uilm Uil – in quanto, se nei prossimi giorni saranno pubblicati i decreti attuativi del Jobs Act, è molto probabile che la cassa integrazione per cessazione di attività possa essere chiesta per un periodo di soli 4 mesi. Vedremo nei prossimi giorni la reazione della maestranze. Nel frattempo penso che, come sindacati, incontreremo lo stesso domani (oggi per chi legge, ndr) l'assessore regionale Gianna Pentenero per confrontarci con lei».
e.f.