E’ in programma per domani (sabato), vigilia di Pasqua, lo sciopero nazionale per l’intero turno di lavoro proclamato dai sindacati di categoria Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs Uil, che ad Asti vedrà un presidio davanti al centro commerciale “Nuovo Borgo” dalle 9 alle 11.
La mobilitazione, cui potranno aderire i lavoratori di noti supermercati e negozi di abbigliamento con grandi superfici di vendita associati a Federdistribuzione, è stata organizzata in seguito alla rottura della trattativa per il rinnovo del contratto nazionale della Distribuzione moderna organizzata, scaduto nel 2019 e atteso da oltre 240 mila lavoratori in Italia (su un totale di 3 milioni di addetti del commercio).
Il commento dei sindacati
«Dopo una lunga trattativa, che avrebbe dovuto portare alla sottoscrizione del tanto agognato rinnovo contrattuale, necessario per attenuare gli effetti di una dinamica inflazionistica che ha messo a dura prova la tenuta dei redditi dei lavoratori – commentano i sindacati – Federdistribuzione ha calato una serie di pretese irrealistiche e finalizzate unicamente a far naufragare la firma del contratto, in quanto tese ad annullare diritti da anni acquisiti dai lavoratori. Ad esempio vuole introdurre una flessibilità incontrollata e generalizzata; aumentare il lavoro precario, anche con contratti a termine di durata indeterminata oltre i 24 mesi; l’arretramento su livelli d’inquadramento inferiori del personale, calpestando ogni loro dignità professionale; l‘utilizzo del personale in mansioni dequalificanti. Lo schema negoziale che propone Federdistribuzione è quello di mortificare il rinnovo del contratto in una logica di scambio tra una presunta disponibilità ad erogare il dovuto aumento salariale, tra l’altro non ancora dichiarato e quantificato, in cambio di un peggioramento della parte normativa».
L’intervento di Mario Galati
«Lo sciopero – aggiunge Mario Galati, segretario generale provinciale Filcams Cgil – è l’unico antidoto contro quella che potrei definire l’allergia di Federdistribuzione a firmare il rinnovo del contratto, dato che era già successo negli anni scorsi, quando aveva concluso la trattativa 45 mesi dopo rispetto alle altre associazioni datoriali. Anche ora, infatti, hanno rinnovato il contratto Confcommercio, Confesercenti e tutto il mondo delle cooperative. Manca solo Federdistribuzione, e questo dimostra che la trattativa non è saltata per colpa dei sindacati. I lavoratori, che organizzeranno presidi di protesta in tutta Italia, sono ben consapevoli dell’inflazione, perché vedono tutti i giorni, nel loro lavoro, l’aumento dei prezzi, per cui sono stanchi di essere coloro che sono destinati a perdere potere d’acquisto per colpa del mancato rinnovo del contratto».
La posizione di Federdistribuzione
In merito alle dichiarazioni dei sindacati, in una nota stampa Federdistribuzione precisa che «non è stata fatta alcuna richiesta di “flessibilità incontrollata” nella definizione dei contratti a termine, ma solo una integrazione rispetto a quanto già previsto dalla legge; né è stato proposto alcuno “smembramento del sistema di classificazione del personale”, ma l’inserimento di nuove figure professionali e nuovi ruoli di coordinamento e organizzazione. Federdistribuzione non ha proposto alcun demansionamento dei lavoratori, né alcuna riduzione dei diritti dei lavoratori. La reazione delle organizzazioni sindacali appare quindi sproporzionata e ingiustificabile in rapporto all’andamento del negoziato».