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Economia
Intervento

Giorni bollenti per la casa di riposo “Città di Asti”

In scadenza il mandato del commissario straordinario Pasino: «La struttura è afflitta da 8 milioni di euro di debiti. Salvarla dovrebbe essere interesse della città»

«Asti potrebbe salvare la casa di riposo “Città di Asti”, ma servirebbe il coinvolgimento di tutte le Istituzioni. Da solo non posso compiere miracoli».
E’ il messaggio che lancia il commissario straordinario Mario Pasino in vista di giorni molto rilevanti per il futuro della struttura. Giovedì 14 luglio, infatti, scade il suo mandato, di durata annuale. Certo, potrebbe essere prorogato, ma è una data in vista della quale Pasino sta ragionando sulla sorte della casa di riposo, afflitta da anni di debiti e mancati interventi.
«La casa di riposo “Città di Asti” – spiega – è un edificio sano, ma richiede una serie di interventi di ristrutturazione che da anni non vengono effettuati. Mi riferisco, ad esempio, all’adeguamento antincendio, alla riqualificazione di alcune parti e all’adeguamento energetico. Per quest’ultimo punto mi sono mosso per cercare di avere la possibilità, come Ipab, di accedere al bonus 110%. Ma nonostante il ripetuto interessamento, l’idea non è andata a buon fine».

I costi elevati

A pesare sul bilancio alti costi di gestione e di personale, acuiti negli ultimi tempi da due fattori: l’emergenza sanitaria e la guerra in Ucraina, con il conseguente aumento dei costi dell’energia.
«La casa di riposo non può andare avanti con la gestione attuale. Servono finanziamenti. Il debito maturato è di 8 milioni di euro. Anche perché sconta un costo elevato del personale. Faccio un esempio. In base ai contratti in essere, siamo noi, e non l’Inps, a sostenere i costi della malattia dei dipendenti della cooperativa, fatto che ha inciso molto durante la fase più acuta del Covid».
«Senza contare – prosegue – gli incrementi dei costi a livello energetico. Basti pensare, sempre per fare un esempio, che la fattura del gas è arrivata a 130mila euro solo per il mese di gennaio. Alla luce di questa situazione, e di quella pregressa, ho dovuto aumentare le rette agli ospiti, anche perché parte delle famiglie pagava 830 euro al mese, una cifra più bassa rispetto al mercato. Con il sindaco Rasero, comunque, è stato deciso che l’Amministrazione aiutasse le famiglie che non erano in grado di sostenere l’aumento. Ma, nonostante ciò, parte di loro se ne è andata».

Le proposte

Nonostante l’incremento delle rette, comunque, la situazione è ancora molto difficile. «Faccio fatica – ammette – a pagare gli stipendi ogni mese. E pensare che ho cercato in tutti i modi di ottenere aiuti. Ad esempio, ho chiesto alla Fondazione CrAsti un contributo da 500mila euro che avrei utilizzato per l’adeguamento del sistema antincendio, ma non ho nemmeno ricevuto risposta. Inoltre avevo proposto di fare un’operazione alla luce del fatto che alla casa di riposo “del futuro” basterebbero 250 posti letto (a fronte dei circa 300 attualmente autorizzati, di cui ne sono occupati 170). Avevo pensato, a questo scopo, la nascita di una società in base a cui un’ala della casa di riposo verrebbe adibita ad ostello per infermieri che studiano presso il vicino Polo universitario astigiano, con una mensa in comune, e la possibilità di effettuare tirocini professionalizzanti presso la nostra struttura. Ma la proposta non è stata presa in considerazione da nessuno».

I punti di forza

Pasino sottolinea anche i punti di forza della “Città di Asti”. «E’ in una bella zona della città, ha un ampio parco, camere spaziose e, come dicevo, l’immobile è sano dal punto di vista strutturale. Dovrebbe essere interesse della città e di tutte le istituzioni, non solo del sindaco che a livello finanziario non può intervenire, mantenerla in vita, con i posti di lavoro collegati. Anche perché, in effetti, capisco la situazione in cui si trovano i privati, costretti a fare valutazioni in un periodo in cui la guerra in Ucraina continua, così come la pandemia».

L’interesse di gruppi privati

A questo proposito Pasino accenna anche all’interesse dimostrato nelle ultime settimane da gruppi privati. Tra questi una cordata di imprenditori di cui fa parte Andrea Amalberto, presidente dell’Unione industriale. «Mi sono interessato alla questione – afferma Amalberto – perché mi sta a cuore la casa di riposo, come a tutti i cittadini. Per il resto, è ancora troppo presto per parlare. Non c’è ancora una società, né sappiamo quali e quanti imprenditori la formeranno. Posso solo dire che stiamo lavorando per avanzare un’offerta completa (che quindi comprenderebbe anche la gestione, ndr) e che, nel caso in cui fosse presentata, passerebbe attraverso una gara pubblica».

La proposta di consiglio comunale aperto

Una situazione complicata, quindi, sulla quale il sindaco Maurizio Rasero proporrà, in occasione della seduta del Consiglio comunale di oggi (martedì) al Teatro Alfieri, la convocazione di un consiglio comunale aperto.

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