Negli ultimi anni più che di vere e proprie invenzioni, si parla di brevetti relativi a strumentazioni o piccole migliorie ad invenzioni già in opera, volte a migliorare il lavoro e la qualità di
Negli ultimi anni più che di vere e proprie invenzioni, si parla di brevetti relativi a strumentazioni o piccole migliorie ad invenzioni già in opera, volte a migliorare il lavoro e la qualità di vita di tutti. Stando ai dati statistici comunicati dalla Camera di Commercio di Asti, il settore più ricco appare, e non stupisce in territorio astigiano, quello dell'enomeccanica, del packaging e delle parti meccaniche. E se quindi il 19° e 20° secolo spiccava per le grandi invenzioni, il 21° subisce un forte arresto e annovera tutta una serie di piccole ingegnose migliorie di pratica utilità.
Come riflesso, probabile, della crisi, dove la concorrenza diventa massiccia a fronte di un mercato "fossilizzato" per tanti settori, pare che la tendenza degli ultimi anni sia quella di tutelare il proprio prodotto, prestando più attenzione al deposito del brand (marchio) e della sua immagine. I dati aggiornati al marzo 2014 evidenziano, dal 2009 al 2014 (31 marzo c.a.) un'evidente diminuzione nel numero di domande cartacee depositate nella categoria invenzioni: si è passati, infatti, da 14, nel 2009, a 5 nel 2010, 6 nel 2011, solo 1 per anno nel 2012 e 2013 e siamo ancora allo zero per l'anno in corso. Sotto la voce deposito marchi, invece, il panorama è più vivace e troviamo 127 domande nel 2009, 109 nel 2010, 112 nel 2011, 88 nel 2012, 103 nel 2013 e 22 nel 2014, finora almeno. Per quanto riguarda i modelli di utilità si legge il numero di 7 nel 2011 come dato più alto, 4 nel 2009 e 1 nel 2010 e 2 nel 2013.
Da qualche anno le domande possono essere anche inviate per via telematica e qui troviamo dati diversi, solo 2 invenzioni tra gli anni 2009 e 2010, per i marchi dal 2009 con 146 domande, si passa a 83 nel 2010, 86 nel 2011, 47 nel 2012, scendendo veloci a 10 nel 2013 e ancora a 0 per il 2014 (c.a.), mentre i modelli di utilità contano da 3 domande nel 2009 e 2012 a solo 1 nel 2010 e 2011. Dal sito dell'Ufficio Brevetti Italiano i dati statistici, facendo una carrellata dal 1989 al 2014 sono di 179 domande presentate sotto la voce invenzioni per la provincia astigiana e 3.243 occorrenze sotto la voce "marchi": è evidente quanto sia in diminuzione la tendenza all'invenzione pura e quanto, invece, sia quanto mai necessario difendere il proprio marchio, per far fronte alla crisi della domanda/offerta e potersi difendere dalla concorrenza tutelando il proprio prodotto e le proprie idee (logo, naming di prodotto, immagine aziendale etc).
E come si legge sempre più spesso, se la crisi può essere intesa come un'opportunità per distinguersi, per emergere tenendo alta la qualità di prodotto, cercando magari una nicchia, un settore vincente, la prova è questo bisogno di difendere ciò che sinora si è fatto, che funziona, che piace ancora e che guai se venisse meno o fosse copiato. Paese d'inventori e talenti in più ambiti, oggi l'italiano medio salvaguarda ciò che ha, lo tiene stretto, cercando di valorizzarlo, tutelandolo e proponendolo in differenti e flessibili vesti che possano trovare, nonostante la crisi, una soddisfacente collocazione sul mercato e in società.
Roberta Arias