Entrerà in vigore il 15 ottobre il Decreto Green Pass. Da venerdì, per entrare nei luoghi di lavoro, pubblici e privati, sarà necessario esibire la certificazione verde, ottenuta dopo la vaccinazione anti-Covid o dopo il tampone negativo effettuato al massimo nelle 48 ore precedenti. Senza, non sarà possibile lavorare. L’assenza sarà considerata ingiustificata, con sospensione dello stipendio, senza alcuna sanzione disciplinare. L’obbligo non sarà applicato a coloro che potranno esibire un certificato medico attestante l’esonero dalla vaccinazione. Altro discorso riguarda i lavoratori che entreranno al lavoro senza certificato, per i quali sono previste sanzioni disciplinari e amministrative.
Da ricordare che il 15 ottobre coinciderà anche con il ritorno al lavoro in presenza dei lavoratori della pubblica amministrazione dopo lo smart working.
Il commento degli Industriali
Favorevole all’introduzione del Green Pass, chiedendola a gran voce al Governo nei mesi scorsi, il mondo confindustriale.
«Le aziende – commenta Andrea Amalberto, presidente dell’Unione industriale di Asti – si stanno attrezzando per essere a posto con i controlli che scatteranno dal 15 ottobre, anche se, purtroppo, ad oggi (lunedì per chi legge, ndr) non ci sono ancora le linee guida (uscite poi ieri, martedì, ndr). Consapevoli che, ancora una volta, dovranno sostenere un onere. Ma l’importante è che la misura entri in vigore. Per quanto mi riguarda, ad esempio, sto facendo convertire il termoscanner all’ingresso delle mie aziende in modo che sia in grado di leggere anche il Green Pass, per evitare ritardi ai lavoratori e non dover impegnare un addetto a controllare i “certificati verdi”».
Al contempo gli Industriali non nascondono che si potrebbero verificare alcune problematiche. «In alcuni settori, già in sofferenza di personale come quello dei trasporti – continua – eventuali assenze “causa Green Pass” creerebbero ulteriori problemi. Parimenti, ci sono aziende, anche nell’Astigiano, che stanno immaginando di dotarsi di un servizio infermieristico, sobbarcandosene la spesa, per garantire i tamponi ai lavoratori non vaccinati, cui ovviamente spetterebbe il costo. Il timore, infatti, è che le farmacie e l’Asl non saranno in grado di rispondere alla domanda di tamponi da parte dei lavoratori impegnati in turni produttivi di notte o nei giorni festivi».
«In conclusione – afferma – il Green Pass è un modo educato per spingere la popolazione a vaccinarsi, visto che solo così si può sconfiggere la pandemia. A questo punto, però, il Governo farebbe ancora meglio ad introdurre l’obbligo vaccinale».
Le richieste di 38 operai alla O-I Manifacturing
Sul fronte opposto, quello dei lavoratori, c’è fermento alla “O-I Manufacturing Italy” di Quarto inferiore, dove si lavora il vetro.
«A non essere vaccinati siamo 38 su 200, tutti operai», spiega un dipendente. «Non siamo contro i vaccini, ma abbiamo paura di questo siero. Per questo abbiamo chiesto all’azienda di farsi carico dei tamponi in fabbrica per tutti, compresi i vaccinati, che come è noto possono comunque essere contagiati, inserendoli tra i dispositivi di protezione individuale. Oltre che un costo, per noi operai, divisi su tre turni di produzione, i tamponi rappresentano anche un problema organizzativo. Pensiamo infatti che sarà veramente complicato riuscire a trovare sempre posto nelle farmacie».