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Economia

Guide turistiche astigiane
La professione è in pericolo?

Futuro incerto per le 25 mila guide turistiche abilitate del nostro paese (51 solo nella provincia di Asti), all'indomani dell'approvazione della legge europea n.97/2013 art. 3 che istituisce

Futuro incerto per le 25 mila guide turistiche abilitate del nostro paese (51 solo nella provincia di Asti), all'indomani dell'approvazione della legge europea n.97/2013 art. 3 che istituisce la figura della guida nazionale e che in parole povere liberalizza la professione consentendo anche agli accompagnatori turistici degli altri 27 paesi europei di effettuare visite guidate nel nostro paese senza alcuna qualifica specifica. Molte incertezze anche per chi ha deciso di abbracciare questa professione dato che il Ministero per i Beni Culturali non ha ancora normato in un decreto attuativo i requisiti indispensabili per accedere alla professione con il risultato che i corsi di abilitazione sono al momento sospesi.

Un provvedimento che interessa nella nostra provincia anche l'agenzia formativa Apro di Canelli, unica in Piemonte ad aver ottenuto quest'anno l'accredito del corso dall'ente regionale. Il corso per guida turistica per l'anno 2014/2015 si terrà (e anzi è quasi pronto a partire) ma al termine non verrà conseguita un'abilitazione, solo un attestato di frequenza. «Indubbiamente questa situazione ci preoccupa molto -? commenta Ivan Patti, responsabile Apro di Canelli -? stiamo attendendo che la Regione recepisca la normativa e chiarisca quali siano i criteri di accesso alla professione».

La bozza di decreto sul tavolo del Ministero rimanda infatti per alcuni aspetti alle Regioni, tra questi la scelta dei siti culturali per i quali sarà necessario la presenza di una guida abilitata specifica su quel determinato patrimonio. Una clausola che consentirebbe alle guide italiane di mantenere un vantaggio sui colleghi stranieri. Micol Caramello, Presidente regionale di Federagit (l'associazione di categoria per guide e accompagnatori turistici di Confesercenti) è in questi giorni a Roma proprio per discutere della questione. «La normativa europea ci danneggia perché con l'istituzione della guida nazionale si compie una sorta di liberalizzazione. In pratica consente agli accompagnatori turistici stranieri senza alcuna preparazione specifica di effettuare visite guidate in Italia sottraendo lavoro ai nostri professionisti. E' vero che la libertà di movimento è reciproca ma è indubbio che i flussi turistici premiano di gran lunga l'Italia rispetto ad altri paesi».

Ciò che in questi giorni Federagit chiede al Governo e alla Regione è dunque di salvaguardare l'interesse delle guide turistiche italiane partendo dalla compilazione delle liste dei "siti protetti" in carico a ciascuna Regione. «Con questa normativa europea si sono premiate le lobby straniere dei tour operator -? spiega la Caramello -? non tanto di Francia o Spagna che sono similari a noi quanto la Germania, paese in cui la professione di guida turistica non è regolamentata e dove i flussi turistici sono di gran lunga verso il nostro paese. Ci auspichiamo che nella compilazione delle liste si tenga conto del più alto numero di siti protetti anche perché dubito dell'onniscienza straniera in merito al nostro patrimonio culturale nazionale».

Per tutti gli operatori del settore, l'auspicio è che la normativa nazionale e poi quella regionale venga elaborata nel minor tempo possibile. «Ricordo che l'appuntamento con l'Expo è dietro l'angolo -? riflette Ivan Patti -? e dobbiamo formare figure preparate e qualificate per accogliere il turismo nelle terre Unesco». Intanto lunedì si è tenuto un sit-in di protesta della categoria davanti al Ministero per i Beni e le Attività Culturali a Roma.

Lucia Pignari

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