Un interessante incontro si è tenuto nella sede della Provincia di Asti tra i rappresentanti dell’Hong Kong Trade Development Council (Hktdc) e i portavoce dei principali Consorzi vinicoli e spumantieri del territorio astigiano. L’obiettivo è stato esplorare le potenzialità del mercato di Hong Kong e dell’Asia per i vini e lo spumante, con un focus sulla Hong Kong International Wine & Spirits Fair la cui prossima edizione è in programma dal 6 all’8 novembre.
Il presidente della Provincia, Maurizio Rasero, ha accolto Chris Lo, Rappresentante Capo di Hktdc e Gianluca Mirante, Direttore delle attività di Hktdc in Italia, sottolineando l’importanza di valutare opportunità in mercati strategici come quello cinese. Hong Kong è stata presentata come una delle città della Cina con il reddito locale e la capacità di spesa tra i più alti. È la metropoli più occidentale e più vicina alla mentalità italiana rispetto al resto della Cina, con una comunicazione più immediata grazie alla diffusione dell’inglese.
Chris Lo e Gianluca Mirante hanno spiegato, nel dettaglio, perché Hong Kong rappresenti una porta d’accesso privilegiata per il mercato orientale: dal 2008, Hong Kong ha una tassazione zero sul vino, inclusi gli spumanti; non ci sono l’iva o altre tasse sugli acquisti, rendendo i prezzi molto interessanti per i consumatori; inoltre Hong Kong vanta oltre 1.400 ristoranti, 600 bar e 70 ristoranti stellati Michelin, dove le persone sono abituate a spendere per cibo e vino di qualità.
Oltre al mercato locale, Hong Kong funge da hub commerciale regionale. «Conquistare il mercato di Hong Kong – hanno spiegato i responsabili di Hktdc – può conferire uno status symbol, facilitando l’ingresso in altri mercati asiatici come Singapore, Macao e la Cina continentale. Inoltre alcune aziende utilizzano Hong Kong come base per l’esportazione verso altri Paesi asiatici mentre si è registrato un aumento significativo del flusso di visitatori, superando i 14 milioni nel primo trimestre dell’ultimo anno, cifra superiore alla popolazione locale, a dimostrazione della sua attrattiva globale».
La Hong Kong International Wine & Spirits Fair, che si tiene dal 2008, conta oltre 600 espositori e 8.200 buyer ed è un evento chiave promosso dalla stessa Hktdc, organizzazione legata al Governo. La fiera offre un’esperienza internazionale, con partecipanti da tutto il mondo e si distingue per un elevato rapporto tra buyer ed espositori e per servizi di business matching personalizzati volti a facilitare incontri mirati B2B. L’evento non è solo una fiera, ma include masterclass, competizioni, premi e occasioni di networking.
Però, come emerso durante l’incontro, c’è da lavorare parecchio per entrare nel mercato ed è questo uno dei casi dove l’unione fa la forza. Nel corso dell’incontro è emerso, infatti, che nonostante l’Italia sia un marchio forte, la «quota di mercato del vino italiano a Hong Kong è ancora piuttosto bassa» nettamente inferiore a quella francese che supera il 60%. La sfida per i vini italiani è quella di superare la frammentazione dell’offerta, della minore conoscenza dei diversi territori e denominazioni da parte dei consumatori asiatici. Tuttavia, c’è un interesse crescente per la qualità e una tendenza verso la fascia media del mercato, con più giovani e donne che si avvicinano al vino e un interesse crescente per i liquori.
I rappresentanti dei Consorzi astigiani si sono detti molto interessati al tema, sebbene debbano approfondire vari aspetti di una possibile partecipazione alla International Wine & Spirits Fair dal momento che la stessa richiede una pianificazione anticipata di parecchi mesi soprattutto per le piccole realtà produttive come quelle del nostro territorio. Se non si riuscirà a essere presenti per l’edizione di quest’anno, i Consorzi potrebbero inserire l’evento negli impegni del 2026 sempre creando una collaborazione con l’Hktdc.
[nella foto un momento dell’incontro in Provincia – foto Ago]