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Friges, operai in sciopero: «Manca chiarezza»
Economia

Friges, operai in sciopero: «Manca chiarezza»

Terzo giorno consecutivo di sciopero con blocco ai cancelli per i 113 lavoratori della Friges, nota azienda di termosanitari in difficoltà economiche. A dispetto di quanto avvenuto a inizio mese,

Terzo giorno consecutivo di sciopero con blocco ai cancelli per i 113 lavoratori della Friges, nota azienda di termosanitari in difficoltà economiche. A dispetto di quanto avvenuto a inizio mese, quando la protesta era inerente al mancato versamento degli stipendi di giugno, oggi la rabbia esplode per l’angoscia su un futuro sempre più incerto. Come ci fanno sapere gli stessi lavoratori intervistati davanti ai cancelli, dopo aver versato la mensilità lo scorso 12 luglio, l’azienda non ha però fornito risposte certe sul pagamento del premio aziendale (una sorta di quattordicesima versata sullo stipendio di giugno e che i lavoratori Friges non hanno ancora ricevuto), nè se sulla busta di luglio (almeno questa pare certa) compariranno i rimborsi Irpef del modulo 730. C’è poi il problema della mensilità di maggio, che non è stata ancora erogata.

Il 6 giugno scorso la Friges ha presentato al tribunale di Acqui Terme domanda di concordato in bianco e di conseguenza crediti e debiti precedenti a questa data verranno coperti solo in fase di liquidazione. Non si sa quindi quando i dipendenti vedranno sul conto l’importo degli assegni familiari, di maternità e le ore di cassa pagate dall’Inps del mese di maggio. «E’ una vergogna» ci dice un operaio esasperato «in tre mesi e mezzo ho percepito solo i 600 euro della mensilità di giugno. Come faccio a tirare avanti?». Problema condiviso anche da chi a casa lo aspetta bollette, mutui e affitti da pagare. A incattivire gli animi le risposte lacunose che sembrano provenire dalla direzione. Abbiamo provato a contattare l’ad Luca Marin ma il telefono non è raggiungibile. Altra brutta notizia, recente, la richiesta di cassa integrazione per cessazione di attività che l’azienda ha presentato giovedì scorso in Regione per la Friges Spa, al posto di quella per crisi. I dipendenti della Spa seguiranno quindi lo stesso destino dei colleghi della vicina Srl Box ma in tempi diversi. I 63 dipendenti della Spa andranno per un anno in cig straordinaria per cessazione d’attività a partire dal 12 agosto 2013, poi, ad agosto 2014, scatterà per tutti loro la mobilità. Stesso discorso per la Box Srl ma con tempi più stretti. Il termine per i 50 dipendenti sarà il 17 settembre 2013.

«Non intendiamo rimuovere il blocco ai cancelli fino a quando non ci saranno date risposte chiare sui nostri soldi» ha ribadito Renato Bocca, delegato sindacale e spiega: «ci si nasconde dietro la procedura di concordato ma il giudice ha ormai stabilito cosa è ordinaria amministrazione, e dunque competenza dell’azienda, e cosa è straordinario». Gli fa eco da Asti Filippo Rubulotta, segretario Fillea Cgil, il quale da mesi segue il caso Friges: «Vogliamo che l’azienda agisca in merito alle competenze che le sono state demandate dal giudice. Che i ragionamenti siano esposti con trasparenza. Finora così non è stato. A questo punto verificheremo l’ipotesi di una vertenza sindacale». Come se non bastasse buco nell’acqua per l’acquirente di Ascoli, che in un primo tempo sembrava interessato ad acquisire il ramo sedili. L’imprenditore era disposto ad assorbire 14 lavoratori, il reparto sedili ne conta però 40. Gli esuberi, a fine luglio, avrebbero dovuto essere messi in mobilità. Una richiesta bocciata sia dall’azienda che dai sindacati e la trattativa si è arenata.

Lucia Pignari

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