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Economia

I Centri per l'impiego
sotto una regia regionale

E' cominciato il lungo processo di riorganizzazione che dovrà portare i Centri per l'impiego provinciali del Piemonte a fornire un servizio omogeneo sul territorio regionale, profondamente

E' cominciato il lungo processo di riorganizzazione che dovrà portare i Centri per l'impiego provinciali del Piemonte a fornire un servizio omogeneo sul territorio regionale, profondamente integrato con le Politiche attive del lavoro, e rafforzato nella sua offerta. Un processo che prevederà anche una strategia di comunicazione per "togliere loro di dosso" la vecchia immagine di uffici di collocamento, che concentrano l'attenzione sulle persone più in difficoltà, e far comprendere ai cittadini come sono cambiati negli anni per rispondere alle esigenze di cittadini in cerca di lavoro e delle imprese che vogliono espandere il personale.

E' questo il futuro che attende appunto i Centri per l'impiego, che dallo scorso 1° gennaio sono passati temporaneamente sotto la gestione dell'Agenzia Piemonte Lavoro (Ente strumentale della Regione) anche se il personale (circa 500 impiegati in tutto il Piemonte) è ancora dipendente delle varie Province. Un tassello, questo, che fa parte della riorganizzazione dell'intera rete regionale dei servizi per il lavoro, innescata dall'approvazione della Legge regionale sul riordino delle funzioni amministrative delle Province e dalle novità introdotte dal Jobs Act. Un argomento che è stato ampiamente trattato ieri (giovedì) in occasione dell'incontro ad Asti dell'assessore regionale al Lavoro, Gianna Pentenero, con i dipendenti del Centro dell'impiego astigiano, che conta una sede in corso Dante e tre uffici decentrati a Nizza Monferrato, Canelli e Villanova (per un totale di 34 dipendenti). «Per i cittadini non cambierà nulla a livello operativo», ha assicurato l'assessore.

«Anzi, stiamo pensando di rafforzare ulteriormente il servizio con linee di intervento dedicate ai cittadini ultra45enni che hanno perso il lavoro (l'idea, in sintesi, è quella di sfruttare la rete dei centri per fornire servizi di ricollocamento mirato e minime misure di sostegno al reddito, limitate nel tempo, per accompagnare corsi di formazione e riqualificazione professionale, ndr)». Per quanto riguarda i dipendenti non sono previsti esuberi e a livello procedurale ma sarà sicuramente svolto un servizio di riorganizzazione in virtù del passaggio all'Agenzia Piemonte Lavoro, che noi vorremmo essere definitivo, e non solo transitorio come vuole il Governo, in vista della nuova Agenzia nazionale per l'occupazione». Durante l'incontro con i dipendenti è quindi emerso che i Centri per l'impiego provinciali opereranno con continuità ma aggiungendo periodicamente un tassello nuovo, potendo contare inizialmente sui fondi anticipati dalla Regione per le spese di gestione. Infatti queste ultime, come recita la convenzione con il Ministero del Lavoro firmata lo scorso 10 dicdembre, sono a carico di Roma, ma il Ministero non le ha ancora quantificate.

«Il passaggio dei Centri sotto l'Agenzia che dirigo – ha dichiarato il responsabile Franco Chiaramonte – è stato interpretato a livello piemontese non solo come fase transitoria, ma come occasione per sfruttare nuove opportunità. L'obiettivo è rendere omogenei e riconoscibili i servizi offerti dai centri provinciali, diffondendo le buone pratiche già attuate in alcuni territori, rafforzando l'attenzione non solo verso i lavoratori ma verso la creazione d'impresa». Durante l'incontro è emerso che la Provincia di Asti, da quando ha preso in carico il servizio dal Ministero alla fine degli anni Novanta, ha investito notevolmente sul Centro impiego realizzando un servizio che, a detta dei dirigenti regionali, è migliore che in altri territori.

«Però – ha sottolineato Pentenero – non basta dirci che siamo bravi e professionali, ma dobbiamo far conoscere all'esterno, con una opportuna comunicazione, i servizi che forniamo, perché finora non è stato fatto appieno». Nessuno ha poi nascosto che il passaggio sarà complicato, come emerso da alcuni problemi pratici e organizzativi intervenuti in queste prime settimane (dalla carta intestata ai timbri), e sarà inserito in un contesto economico regionale non roseo, in quanto la crisi non ha ancora mollato la presa e l'economia ha ancora bisogno di sostegno. Nell'ambito della riorganizzazione della rete regionale dei servizi, sempre dallo scorso 1° gennaio i 200 dipendenti delle Province piemontesi (14 ad Asti) che si occupano di Politiche attive e formazione professionale sono diventati a tutti gli effetti dipendenti regionali.

Elisa Ferrando

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