Sindacati in allarme contro la chiusura delle sedi Konecta (ex Comdata) di Asti e Ivrea per creare un’unica sede piemontese a Torino.
A mobilitarsi le segreterie regionali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, a seguito dell’incontro on line, svoltosi stamattina, durante cui l’azienda ha presentato il piano industriale 2026 alle organizzazioni sindacali nazionali e territoriali, unitamente alle rappresentanze sindacali unitarie e aziendali di tutte le sedi italiane.
L’annuncio
«Innanzitutto – spiegano i sindacalisti – sono state illustrate le ben note difficoltà del settore, che noi sappiamo essere legate a due ragioni principali: l’utilizzo ormai diffuso dell’intelligenza artificiale nell’ambito del customer service, ovvero nel servizio svolto dai telefonisti dei call center, e il fatto che molte aziende committenti stanno nuovamente internalizzando il servizio, per cui le commesse spesso non garantiscono i ricavi del passato».
«Dopodiché – continuano – la dirigenza aziendale ha annunciato l’intenzione di procedere, a partire da giugno 2026, con l’accorpamento delle tre sedi piemontesi (Asti, Ivrea e Torino) in un’unica sede nel capoluogo piemontese. Una decisione che, a scapito di qualsiasi percorso di riqualificazione e riconversione, decreta, di fatto, la chiusura delle sedi di Asti e Ivrea».
Nella sede di Ivrea sono impiegati circa 700 lavoratori, in quella di Asti 400, per un totale di oltre mille addetti.
La mobilitazione
«Pur riconoscendo le complessità del settore e delle aziende che vi operano (tanto che ad esempio, nella sede di Asti, è stato firmato un accordo sindacale per i contratti di solidarietà lo scorso luglio, ndr) – continuano – rigettiamo con forza le soluzioni proposte da Konecta. Soluzioni che non ci aspettavamo affatto, considerando che recentemente abbiamo rinnovato il contratto nazionale e sottoscritto un accordo per lo smart working. La decisione non può ricadere sulle spalle di oltre un migliaio di lavoratori e delle loro famiglie, tanto più che molti dipendenti sono part time, e non potrebbero affrontare i costi che comporta il recarsi al lavoro in un’altra città».
I sindacati sono quindi pronti a mobilitarsi. «Contrasteremo immediatamente la chiusura delle sedi di Ivrea e Asti utilizzando tutti gli strumenti a nostra disposizione. Avvieremo con urgenza le procedure di raffreddamento necessarie per dichiarare lo sciopero di tutte le sedi piemontesi e organizzeremo al più presto le assemblee sindacali con i lavoratori».