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Presidio
Economia

“Il contratto di lavoro degli addetti alle pulizie va rinnovato, non smantellato”

Ieri in piazza Alfieri il presidio promosso dai sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil a sostegno della manifestazione nazionale di mercoledì

In piazza per il rinnovo del contratto Multiservizi

Sono scesi in piazza per chiedere il rinnovo del contratto nazionale Multiservizi, scaduto da sette anni, applicato a lavoratori quali addetti alle pulizie, al facchinaggio e a servizi vari.
Parliamo dei delegati dei sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil che, ieri mattina, si sono dati appuntamento sotto la Prefettura, in piazza Alfieri.
Tra bandiere e cartelli, hanno dato vita ad un presidio che ha visto anche una delegazione accolta dal vice prefetto vicario Raffaele Sirico. A comporla Francesco Di Martino, segretario generale provinciale Uiltucs Uil; Cristina Vignolo, segretario generale Fisascat Cisl Alessandria Asti; Sabrina Bordone (Filcams Cgil).
«Abbiamo chiesto un intervento presso il Ministero affinché si vada nella direzione del rinnovo contrattuale», ha affermato Di Martino al termine dell’incontro. «I lavoratori del settore, principalmente addetti alle pulizie, sono impegnati da mesi in luoghi pubblici, dagli ospedali alle case di riposo, con igienizzazioni e sanificazioni necessarie per contrastare i contagi da Covid-19. Eppure, a differenza di altre categorie, non hanno ricevuto alcuna premialità. Anzi, siccome gli scatti di anzianità, nel loro caso, sono legati ai rinnovi contrattuali, la retribuzione è ferma dal marzo 2013».

La trattativa e la manifestazione nazionale

I sindacalisti hanno contestato alle associazioni datoriali il fatto di non voler rinnovare il contratto, tanto che «per loro responsabilità è saltato l’incontro del 2 ottobre che doveva riprendere la trattativa».
«L‘obiettivo finale delle associazioni datoriali – ha aggiunto Vignolo – è quello di smantellare il contratto nazionale per modificare due punti centrali dal punto di vista normativo, più che economico. Ovvero, eliminare i primi tre giorni di malattia, a carico delle aziende; e l’articolo 4 in base a cui, quando avviene un cambio di appalto, l’azienda che subentra deve assumere i lavoratori alle stesse condizioni economiche e contrattuali precedenti».
L’iniziativa di ieri era promossa a sostegno della manifestazione nazionale in programma a Roma domani (mercoledì). «Siccome non sarà possibile aderirvi in massa a causa della normativa anti Covid – ha specificato Bordone – si terrà , sempre mercoledì, una manifestazione regionale a Torino, dalle 15 in piazza Castello, in collegamento video con la capitale».
Al presidio di ieri hanno partecipato anche i segretari generali Stefano Calella (Cisl Alessandria Asti) e Luca Quagliotti (Cgil Asti). «Come confederazione – ha dichiarato Calella – vogliamo sostenere la vertenza portata avanti dalla categoria, in difesa di lavoratori il cui servizio è fondamentale. Lavoratori il cui reddito è già basso, ma che purtroppo in questi anni hanno perso ulteriormente potere d’acquisto per il mancato rinnovo del contratto».
«Come Cgil – ha aggiunto Quagliotti – siamo solidali con i lavoratori e riteniamo sia necessario riprendere la questione salariale come perno centrale per la ripresa economica del Paese, insieme alla revisione della pressione fiscale».

Elisa Ferrando

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