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Il direttore INPS: cari giovani,fate la pensione complementare
Economia

Il direttore INPS: cari giovani,
fate la pensione complementare

Parla Domenico Santocono Russo, direttore provinciale dell’Inps. Che commenta gli alti “numeri” della cassa integrazione. Quella ordinaria, pari a oltre 2,5 milioni di ore autorizzate, è diminuita del 3,93% rispetto al 2011, anche se ha registrato un’impennata nel settore dell’edilizia pari al 76,35%. «La telematizzazione? Il processo andava avviato, ma solo tra qualche anno andrà a regime»

«Nei prossimi anni assisteremo ad una rivoluzione sociale: i risparmi dovranno essere indirizzati per attivare la pensione complementare. In base alle leggi attuali, infatti, i giovani di oggi avranno a disposizione assegni mensili inferiori rispetto ai pensionati di oggi. Il problema, però, riguarda tutte quelle persone che, specialmente in questo periodo di crisi, non possono permettersi di mettere da parte soldi a questo scopo».
E’ solo uno dei tanti spunti che emergono dall’intervista a Domenico Santocono Russo, direttore provinciale dell’Inps dal giugno 2011. Direttore, per quali motivi le pensioni future saranno più basse?
«Per due ordini di motivi. Da una parte l’attuazione della riforma, partita diversi anni fa e portata a compimento nel 2012, in base a cui, dallo scorso 1° gennaio, il calcolo della pensione si basa sul sistema contributivo “puro”. Dall’altro il fatto che l’ingresso nel mondo del lavoro dei giovani arriva tardi (le assunzioni a tempo indeterminato vengono effettuate dopo diversi anni di precariato) e con retribuzioni iniziali basse, fattori che incidono in modo negativo sul versamento dei contributi».
«Ma a questo riguardo vorrei precisare una cosa».
Prego…
«L’opinione diffusa è che sia l’Inps a “mettere le mani” nelle tasche dei cittadini. In realtà noi applichiamo le normative in vigore.
Quale la soluzione, allora, per le giovani generazioni?
«Assisteremo ad una rivoluzione sociale, cui per ora ancora non si pensa: gli Italiani si dovranno rendere conto che dovranno accedere ad una pensione complementare ( visto che in Europa è una regola scelta dal 91% dei lavoratori, in Italia solo dal 23%, ndr). In sostanza, gli Italiani hanno sempre visto l’acquisto della casa come un investimento sicuro, tanto che, se gli anziani di oggi hanno soldi da parte, acquistano una seconda casa. Ma se quel denaro venisse investito come previdenza complementare per i figli sarebbe un investimento a loro favore, dato che ormai non si può più contare sul fatto che “ci penserà lo Stato”: quel tipo di welfare non esiste più».
Sempre in ambito di novità, come sta procedendo il processo di telematizzazione dell’Inps? In quali casi è ancora necessario andare allo sportello?
«Ormai si presentono istanze allo sportello solo più in tre casi: pagamento dell’assegno del nucleo familiare, domanda per l’assegno di maternità, indennità di fine rapporto per i lavoratori con contratto co.co.pro., oltre che per avere informazioni di carattere generale. In tutti gli altri casi, invece, le domande e le pratiche si effettuano tramite internet. Una rivoluzione compatibile con il piano  “Agenda Italia” i cui presupposti stanno nelle politiche avviate negli anni 90 e che consentono un risparmio di tempo e denaro tramite l’uso dell’elettronica. Questo è in linea con la riduzione delle spese fisse nella P.A. e comporta, d’altro lato, una mancanza di turn over e delle nuove assunzioni. Ovviamente, come tutti i cambiamenti, saranno necessari alcuni anni per andare a regime».
Il problema, però, è che il sistema telematico adottato dall’Inps è piuttosto complicato e crea difficoltà non solo agli anziani, che non hanno dimestichezza con il computer, ma anche ai professionisti, tanto che sono numerose le persone che si rivolgono a Caaf e patronati per riuscire a portare a compimento una pratica. Come pensa l’Inps di ovviare a questa situazione?
«In effetti il nostro sistema non è sempre semplice, anche perché comprende una massa complessa di  normative. Tuttavia, in caso di dubbio, oltre a rivolgersi a Caaf e patronati si può prendere appuntamento con i funzionari Inps che aiutano a rivolvere il problema (i numeri di telefono sono: da telefono fisso l’803164, gratuito; da telefono cellulare il numero 06/164164, a pagamento, ndr)».
Altre novità in arrivo in questo ambito?
«E’ in procinto di attivazione  il centralino unico nazionale (Cric), che funzionerà in questo modo: per le domande più semplici i cittadini avranno una risposta immediata al telefono; per le sollecitazioni delle pratiche riceveranno una mail di risposta dalla direzione provinciale; per le richieste più complicate saranno invitati a scrivere una mail che poi sarà girata ad un esperto il quale risponderà in tempi brevi».
A livello provinciale continuate ad organizzare incontri con i responsabili dei patronati, che, come dicevamo, hanno molti “clienti” che chiedono loro di seguire pratiche telematiche Inps?
«Sì, a livello territoriale esiste un’ottima collaborazione con patronati, commercialisti e consulenti del lavoro, i nostri naturali interlocutori, dopo il cittadino. Anzi, colgo l’occasione per ringraziarli tutti pubblicamente».
Come procede l’accorpamento Inps – Inpdap?
«Siamo in attesa dei provvedimenti attuativi. Comunque la difficoltà consisterà nel rendere omogenei i metodi di lavoro nell’elaborazione delle pensioni e nella riscossione dei contributi, che hanno sempre seguito strade diverse. Comunque penso che entro il 2013 sarà attuato anche in provincia di Asti.»
Sono previsti esuberi collegati a questa operazione?
«Per ora si sa solo che i tagli previsti dalla Spending rewiew  nel settore della previdenza sono circa 3mila in tutta Italia».
A livello nazionale l’Inps ha dato avvio ad importanti azioni contro gli abusi (ad esempio, riscossioni indebite di rate di pensione). Quali i risultati ottenuti in questo senso a livello provinciale?
«Nel corso del 2012 l’attività dei nostri ispettori ha portato ad alcune denunce per falsi invalidi, che percepivano indebitamente la pensione di invalidità; sono inoltre 2.143 le pratiche di riscossioni indebite di pensioni o prestazioni minori – per un importo pari a 1,5 milioni di euro – che, nella maggior parte dei casi, sono “colpose” e non “dolose”, nel senso che vengono riscosse per alcuni mesi a causa del ritardo nella presentazione dei documenti richiesti. Comunque nella maggior parte dei casi le persone interessate restituiscono subito il dovuto».
E per quanto riguarda i lavoratori in nero?
«L’attività degli ispettori ha portato a registrare l’anno scorso circa 260 lavoratori in nero, presenti soprattutto nel settore edile, un numero che è considerato nella norma ed in linea con il passato. Il vero problema di questi anni, però, è rappresentato dalle false partite Iva, cioè dai lavoratori che vengono licenziati e costretti dal datore di lavoro ad aprire una partita Iva, anche se in realtà lavorano alle sue dipendenze, di cui poi non riescono a pagare il costo dei contributi da versare. A queste categorie, infine, si sommano coloro che pagano meno del dovuto, per una errata interpretazione della normativa a loro favore: in questo caso l’ispettore redige un verbale amministrativo che impone il pagamento; chi non lo fa viene segnalato in Procura».
In base ai dati in vostro possesso, a quanto ammonta la cassa integrazione utilizzata nell’Astigiano nel 2012?
«La cassa integrazione ordinaria, pari a oltre 2,5 milioni di ore autorizzate, è diminuita del 3,93% rispetto al 2011, anche se ha registrato un’impennata nel settore dell’edilizia pari al 76,35%. Per quanto riguarda la straordinaria, invece, sono state autorizzate oltre 1,5 milioni di ore, con un aumento dell’11% rispetto al 2011. Infine, il dato preoccupante della cassa in deroga (che è l’ammortizzatore sociale delle aziende più piccole o di quelle che non possono più accedere alle altre tipologie di “cassa”, ndr), con oltre 1,5 milioni di ore, aumentata dell’89,7% rispetto al 2011. Dati preoccupanti, quindi, che impongono una riflessione e che, da questo mese di gennaio, si inseriscono nell’ambito della riforma degli ammortizzatori sociali studiata dal Governo Monti».

Elisa Ferrando

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