Un vino con piccoli numeri di export ma un forte consumo locale; il mercato interno, infatti, riesce ad assorbire la maggior parte della produzione degli 854 ettari di superficie coltivata a Freisa con un 2% di area vitata regionale
Un supercompleanno per il Freisa (al maschile anche se in dialetto locale viene declinato al femminile come la Barbera) che al Vinitaly si è presentato con i suoi 500 anni di storia sulle spalle.
La prova è nel tariffario di una bolla doganale di Pancalieri datata 1517 in cui si rileva che le “carate delle frese” erano considerate vini pregiati e pagati il doppio degli altri.
Una prova documentale che va ad aggiungersi alle indagini genetiche recentemente eseguite dal Cnr di Torino che hanno evidenziato una “parentela di primo grado” con il Nebbiolo.
Al Vinitaly il Freisa si è presentato come vitigno controcorrente e rustico in grado di soddisfare tutti i palati nelle sue cinque doc: Freisa di Chieri, Freisa d’Asti, Monferrato Freisa, Langhe Freisa e Colli Tortonesi Freisa anche se c’è l’idea diaggiungere, in piccole quantità, un “super Freisa” da invecchiamento.
Un vino con piccoli numeri di export ma un forte consumo locale; il mercato interno, infatti, riesce ad assorbire la maggior parte della produzione degli 854 ettari di superficie coltivata a Freisa con un 2% di area vitata regionale.
Ma questa localizzazione circoscritta sembra stare stretta ai produttori di Freisa. «Siamo in un momento storico particolare – hanno sottolineato Filippo Mobrici e Luca Balbiano rispettaimente presidente del Consrozio Barbera d’Asti e di quello del Freisa di Chieri – Un momento di successo ma anche di confine. Abbiamo raggiunto un livello qualitativo altissimo che 50 anni fa era impensabile e che oggi la tecnologia rende invece possibile. Ci troviamo però ad un bivio: serve una nuova generazione che creda in questo vitigno e lo porti avanti preservandone la tradizione e allo stesso tempo aumentandone la diffusione. Con 500 anni di storia alle spalle, è tempo per il Freisa di valicare i suoi confini».
Quello del Freisa è poi un nome legato fortemente al territorio dei Santi e della solidarietà.
Proprio qualche settimana fa è stata messa a dimora la Vigna di Don Bosco alla Cascina Moglia, dove il grande Santo originario di Castelnuovo aveva soggiornato come garzone da bambino. Ed è una vigna di Freisa. Sempre di Freisa sono le bottiglie regalate al Papa al termine della consueta Bagna Cauda con i Piemontesi a Roma mentre bottiglie di Freisa Solidale sono ancora disponibili alla Cantina Sociale Terre dei Santi mentre negli ultimi anni, come ha ricordato Giuseppe Fassino “paladino” storico di questo vino, la vendita dei magnum di Freisa dipinti dagli artisti della zona hanno consentito di versare oltre 16 mila euro alla Fondazione Telethon.
Un vino anche letterario, come ricorda sempre Fassino, visto che compare in uno capitolo di “Addio alle armi” di Hemingway, pubblicato nel 1929.
Per festeggiare i 500 anni di questo vino sono previsti diversi eventi nel corso del 2017, sia a Chieri (primo appuntamento a metà giugno con “Di Freisa in Freisa”) che a Castelnuovo Don Bosco secondo un calendario ancora da definire.
Daniela Peira