Interverrà anche il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, in presenza o da remoto, all’assemblea dell’Unione industriale in programma giovedì 13 luglio alle Cantine Bosca di Canelli.
Ad aprire i lavori, dopo i saluti delle autorità locali, sarà il presidente dell’associazione Andrea Amalberto, che successivamente discuterà sul tema che dà il titolo all’assemblea – “Competenze: strumenti e strategie” – con autorevoli relatori, tra cui Vincenzo Boccia, presidente dell’Università Luiss Guido Carli, e Giovanni Brugnoli, vice presidente per il Capitale umano Confindustria. In programma anche altri interventi sul tema da parte di Ermanno Rondi, delegato all’Education di Confindustria Piemonte, e dell’assessore regionale Elena Chiorino.
Presidente Amalberto, torna il tema delle competenze, occasione per ribadire lo scollamento tra il mondo dell’istruzione e quello del lavoro…
Sì, il mondo del lavoro in Italia è in crisi: da una parte ci sono i pensionamenti che non sono bilanciati dai nuovi ingressi, che sono carenti. Dall’altra sono sempre più necessarie formazione continua e riqualificazione delle competenze.
Il contesto
Da quando è presente questa situazione?
Quando sono stato eletto, nel 2018, avevo riscontrato l’esigenza di approfondire questo tema, dato che era già una questione stringente. Da allora la situazione è peggiorata. Hanno inciso sicuramente il calo demografico e gli interventi governativi che hanno reso più conveniente stare a casa che cercare un posto di lavoro. Da considerare anche la programmazione della formazione, che non è sicuramente semplice da mettere in atto vista l’alternanza di governi di colore politico diverso che caratterizza l’Italia. Comunque il primo fattore che ho citato, il calo demografico, è sicuramente quello che incide maggiormente: basti pensare in provincia di Asti, ormai, il numero dei pensionati è superiore a quello dei lavoratori.
In tale frangente quali sono, secondo lei, le scelte corrette che può effettuare una famiglia per favorire l’ingresso dei figli nel mondo del lavoro, ferme restando le attitudini personali?
A livello di scuola superiore, sicuramente gli istituti professionali e tecnici facilitano l’ingresso nel mondo del lavoro. Per quanto riguarda la formazione accademica, chi studia Ingegneria, Economia e Marketing, Fisica non farà fatica a trovare un’occupazione. Ricordo, poi, la grande opportunità fornita dagli ITS, Istituti Tecnici Superiori, che si stanno gradualmente diffondendo anche in Italia, dove però rappresentano ancora una piccola realtà per numero e quantità di risorse investite. Si tratta di percorsi di specializzazione tecnica post – diploma (non universitaria) che in Piemonte si stanno diffondendo grazie all’ottimo lavoro portato avanti dall’assessore Elena Chiorino. Alcuni sono molto validi. altri un po’ meno performanti, ma rappresentano comunque una strada nella direzione di colmare il divario tra formazione e mondo del lavoro.
La formazione continua
E riguardo alla formazione continua dei lavoratori?
In questo caso è ormai fondamentale l’aggiornamento continuo a causa dell’accelerazione elevata dei processi tecnologici. Ormai nessuno può più imparare un mestiere e portarlo avanti fino all’età della pensione, come è accaduto in passato. D’altra parte, solo “agganciando” i progressi continui l’Italia può essere competitiva rispetto ad altri Paesi caratterizzati da un costo della vita e della produzione inferiore al nostro.