Diffondere il più possibile l’abitudine a verificare che gli immobili oggetto di compravendita non celino “brutte sorprese” a livello urbanistico e catastale.
Semplificando, è questo l’obiettivo principale del protocollo d’intesa firmato nei giorni scorsi nella sede alessandrina della Camera di Commercio di Alessandria-Asti, inserito nel progetto “Clara Condicio”. Intitolato “Protocollo di intesa per la promozione e la diffusione della relazione di regolarità edilizia e conformità catastale o dichiarazione di stato legittimo dell’immobile rispetto allo stato dei luoghi”, è stato firmato da Ente Camerale, consigli notarili di Asti e Alessandria, associazioni dei mediatori immobiliari (Anama e Fiaip Alessandria e Asti, Fimaa Alessandria) e associazioni consumatori (Adiconsum e Adoc Alessandria-Asti, Associazione consumatori Piemonte, Federconsumatori Asti e Alessandria).
A spiegare in cosa consiste Franco Repetto, componente di giunta dell’Ente camerale e coordinatore del progetto “Clara Condicio”.
Gli obiettivi
«Il protocollo – afferma – vuole migliorare l’iter di compravendita degli immobili, cercando di evitare problemi e cause processuali tra le parti. In base alla legge del 2010, infatti, chi vende un immobile deve dichiarare, con la massima responsabilità in sede di stipula dell’atto notarile, che l’immobile è a posto dal punto di vista catastale. Ma questa dichiarazione “nasconde” un sottostante che pochi verificano: l’eventuale difformità urbanistica dell’immobile, a seguito, per esempio, di interventi strutturali eseguiti all’interno anni prima. Il fatto è che, se questo elemento emerge solo in sede di atto notarile, o comunque dopo l’accettazione della proposta di acquisto del compratore, possono nascere situazioni molto antipatiche. Sul piatto, infatti, ci sono somme da pagare: se la difformità è catastale si parla di cifre non elevate (intorno ai mille euro), ma comunque non “piacevoli”; se è a livello urbanistico, sono previste sanatorie dai costi molto più elevati. Così si arriva al punto che l’acquirente si trova di fronte a due strade: o si accolla spese non previste o si rifà sul proprietario, con conseguente causa se non c’è possibilità di trovare un accordo. Per questo il protocollo ha la finalità di informare i cittadini dell’opportunità di far predisporre da un tecnico abilitato, fin dalla fase precontrattuale, una relazione di regolarità edilizia e conformità catastale (R.R.E) o una dichiarazione di stato legittimo per tutte le transizioni immobiliari. E, quindi, di sensibilizzare i cittadini su questi temi per evitare contenziosi e raggiungere una maggiore trasparenza della contrattazione».
«Tutta questa documentazione relativa all’immobile oggetto di compravendita, sia che essa avvenga tra privati sia con la mediazione degli agenti immobiliari – continua – consente di fare in modo che collimino stato dei luoghi, catasto e urbanistica. Il tutto nel solco dell’articolo 1759 del Codice civile, in base a cui il mediatore deve comunicare ai clienti tutte le informazioni a lui note, o rilevabili, dell’immobile: se non lo fa, ne è responsabile».
Il coinvolgimento dell’Ente camerale
Il protocollo coinvolge anche la Camera di commercio. «La ragione – conclude – è che si tratta della casa delle agenzie immobiliari, in quanto per legge devono essere iscritte nel registro imprese. Inoltre riteniamo che l’Ente camerale possa contribuire a favorire la buona riuscita del processo anche in quei comuni in cui l’accesso agli atti è particolarmente rallentato».
Il protocollo firmato non è il primo atto del progetto “Clara Condicio”, in quanto è stato preceduto da altri due protocolli. Il primo è volto al contrasto all’abusivismo nel campo dell’intermediazione immobiliare; il secondo è invece incentrato sui percorsi di inserimento lavorativo dei giovani che hanno ultimato il percorso e ottenuto l’abilitazione a mediatore immobiliare.
Il commento del presidente Coscia
«Un ulteriore e importante tassello nell’ambito del progetto “Clara Condicio”». Così il presidente della Camera di Commercio di Alessandria-Asti, Gian Paolo Coscia, commenta la firma del protocollo di intesa su regolarità edilizia e conformità catastale degli immobili. «E’ un invito, non un obbligo di legge, condiviso dai collegi notarili – afferma – che regolarizza situazioni, nate anche in buona fede, a garanzia di acquirente e venditore».