I patronati sul piede di guerra contro la Legge di Stabilità. Ieri (martedì) si è tenuta a Torino una conferenza stampa promossa da Centro patronati – che comprende Acli, Inca Cgil, Inas Cisl e
I patronati sul piede di guerra contro la Legge di Stabilità. Ieri (martedì) si è tenuta a Torino una conferenza stampa promossa da Centro patronati – che comprende Acli, Inca Cgil, Inas Cisl e Ital Uil – per sensibilizzare la popolazione sul fatto che «il disegno di legge di Stabilità 2016, proposto dal Governo ora all'esame del Senato, prevede un ulteriore taglio al Fondo Patronati. Un vero e proprio attacco all'attività svolta dai nostri istituti nei confronti dei cittadini – anticipano – che rischia di mettere in discussione il principio della gratuità. Insomma, se il provvedimento venisse approvato, si avrebbe un pesante indebolimento dell'efficienza della rete di servizi diffusi nel territorio a garanzia dei cittadini, in particolare dei più deboli».
Pratiche e fondi
A confermare la preoccupazione Claudio Griguol, responsabile del patronato Inas Cisl di via XX Settembre. «Nella sede astigiana lavoriamo in tre, tutti dipendenti Inas – spiega – e svolgiamo pratiche di tipo diverso, dalla reversibilità della pensione alla mobilità, dalla Naspi (disoccupazione) alla domanda di maternità, fino a tutte le pratiche necessarie ai cittadini stranieri. Il problema è che, a fronte del servizio svolto, che è totalmente gratuito per i cittadini, noi riceviamo contributi statali solo per un terzo delle pratiche effettuate. Di conseguenza dobbiamo usare i pochi fondi per coprire l'intero lavoro che portiamo a termine. A questo proposito faccio presente che, in un anno, svolgiamo tra le 5mila e le 6mila pratiche».
Griguol sottolinea le conseguenze di un taglio di questo tipo sui lavoratori e sui cittadini. «Se il provvedimento venisse approvato – commenta – su 1.200 dipendenti Inas in Italia, in 200 rischierebbero il posto. Senza contare che saremmo costretti a ridurre il servizio o le attività svolte in tutte le sedi. Chiediamo quindi che le ipotesi di riduzione del fondo vengano azzerate e che si ponga fine al clima di enorme incertezza e preoccupazione che sta caratterizzando il nostro lavoro», conclude.
La preoccupazione della Cgil
Molto preoccupato anche Giovanni Prezioso, segretario generale provinciale Cgil. «L'operazione del Governo – sottolinea – è quella, nella sostanza, di togliere la gratuità del servizio. Infatti, da una parte prevede il taglio alle risorse destinate ai patronati, dall'altro afferma che in futuro le pratiche possano essere fatte pagare. Tuttavia parliamo di servizi essenziali per i cittadini, che l'Inps, dopo la riduzione di sportelli e la telematizzazione di molti servizi, non svolge più. Di conseguenza, per chiedere al Governo di fare un passo indietro siamo intenzionati ad attuare una serie di iniziative insieme agli altri patronati, dall'incontro con i presidenti provinciali di Inail e Inps all'informazione ai cittadini sul rischio che stiamo correndo».
Elisa Ferrando