«Dedicheremo quest’anno alle battaglie per ridurre le disuguaglianze, peraltro già acuite dalla pandemia, riprendendo la discussione su salari e reddito».
A lanciare l’allarme Luca Quagliotti, segretario generale provinciale Cgil.
«Tutti gli analisti, nazionali e internazionali – afferma – concordano nell’affermare che, anche a causa della pandemia, in tutto il mondo si sono accentuate le disuguaglianze, con effetti assai più vistosi nei Paesi in cui la maggioranza della popolazione non ha avuto la possibilità di accedere ai vaccini e di godere di serie misure di contrasto alla pandemia».
«A questo proposito il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, in un’intervista a “La Repubblica” dello scorso 19 gennaio, ha messo in rilievo come, nonostante l’imponente crescita del PIL mondiale, sia “cambiata la distribuzione dei redditi all’interno dei singoli Paesi, in generale con un aumento di disuguaglianza”. Aggiungendo come si sia anche “ridotto il grado di mobilità sociale inter-generazionale (dai genitori ai figli) lungo quattro principiali dimensioni: reddito, grado di istruzione, qualità del lavoro, salute”».
Il “no” alla Finanziaria
Tutte questioni che le organizzazioni sindacali sollevano da tempo. «Anche per queste ragioni – continua – ci siamo detti contrari alla Finanziaria, approvata dal Governo e dal Parlamento, che affermando di voler sostenere i redditi più bassi, attraverso la rimodulazione delle fasce fiscali di reddito, di fatto premia i redditi oltre i 50mila euro, compresi quelli milionari. Basti pensare che il risparmio per un reddito da 50mila euro passerà ad oltre 500 euro l’anno, mentre per chi ha un reddito sui 20mila euro sarà di 100 euro circa all’anno. Come diciamo da tempo, infatti, occorre una seria riforma dell’Irpef che vada a vantaggio dei redditi medio-bassi (lavoratori e pensionati)».
Quagliotti sottolinea anche un altro aspetto. «Negli ultimi 30 anni – ricorda – il salario medio è diminuito del 2,9%, mentre in Germania è aumentato del 30%. Senza contare che il reddito dei lavoratori dipende da molti fattori, sovente disattesi: mancati inquadramenti contrattuali, orari di lavoro ridotti, contratti a tempo determinato, prelievi fiscali, senza contare, attualmente, il crescente peso delle bollette e l’inflazione, cui bisogna sicuramente porre un freno».
Quali, quindi, le azioni concrete da porre in campo?
«Come sindacato – conclude – dovremo dedicare quest’anno a battaglie per ridurre le disuguaglianze, riprendendo la discussione su salari e reddito».