Intesa Sanpaolo destinerà 1,5 miliardi di euro a iniziative e progetti finalizzati alla riduzione delle disuguaglianze entro il 2027 per contribuire al bene della collettività, considerando gli importi destinati alle iniziative e quelli relativi ai costi delle strutture a supporto delle iniziative stesse.
Lo ha annunciato Carlo Messina, consigliere delegato e Ceo della banca, nel corso dell’incontro “Nessuno escluso. Crescere insieme in un Paese più equo. L’impegno di Intesa Sanpaolo” che si è svolto a Brescia giovedì 16 ottobre.
«Non siamo solo una banca ma siamo un’istituzione del nostro Paese, tra le più importanti che l’Italia ha e di cui dovremmo vantarci ed essere orgogliosi». Così Carlo Messina ha presentato l’impegno della banca per il sociale nel corso dell’incontro. E ha aggiunto: «Non solo siamo una grande banca europea, una grande compagnia assicurativa ma anche la più grande fondazione che opera in Italia», sottolineando che Intesa Sanpaolo distribuisce ogni anno 200 milioni di euro per il sociale a fronte dei 150 della Fondazione Cariplo e dei 180 della Fondazione Compagnia di San Paolo.
E ricordando che a questi 200 milioni si aggiungono 100 milioni di costi di struttura perché ci sono 1.000 persone della banca che si occupano del sociale e delle diseguaglianze. Per questo, al fine di rafforzare questa strategia d’intervento a favore del Paese, dei territori e delle comunità, la banca si dota di una nuova unità organizzativa dedicata con sede a Brescia con funzioni di indirizzo e di governo delle attività sociali svolte dal gruppo, denominata, appunto, “Intesa Sanpaolo per il Sociale”.
Ma l’attenzione per il Paese non può che partire dai propri dipendenti, 100.000 persone che lavorano con impegno. Messina ha annunciato infatti la decisione di erogare entro la fine di quest’anno un’anticipazione degli incrementi retributivi a valere sul quarto trimestre, procedendo anche al ripristino della base piena di calcolo del Tfr, in attesa degli esiti della contrattazione nazionale.
Intesa Sanpaolo per il sociale
Il ruolo sociale di Intesa Sanpaolo è stato ribadito dal presidente della banca, Gian Maria Gros-Pietro: «Svolgiamo un ruolo sociale non solo facendo credito, ma anche avviando progetti e iniziative che attivano le nostre competenze e la nostra rete di relazioni: aiutiamo le imprese ad affrontare le transizioni tecnologiche, e indirizziamo risorse verso la soluzione di problemi collettivi, come nel caso dell’edilizia sociale. Nel Piano d’Impresa 2022-2025, abbiamo quantificato obiettivi socialmente rilevanti: programmi di supporto alle persone in stato di necessità, offerte di cibo e riparo ai bisognosi, programmi di inclusione educativa e rivolti all’occupabilità giovanile, senza trascurare le persone fragili e quelle anziane. Uno sviluppo equo e inclusivo è una sfida che non si può più rimandare. E tutti noi, ciascuno nel proprio ambito, siamo chiamati a compiere la nostra parte».
E Giovanni Bazoli, presidente emerito di Intesa Sanpaolo, ha ricordato – senza nascondere emozione, soddisfazione e gratitudine – che la banca è rimasta fedele e coerente a quella idea di quando è nata: «L’osservanza del principio di uguaglianza è un compito che la Costituzione attribuisce come un diritto-dovere a tutti, un compito che impegna senza distinzione operatori pubblici e privati, no profit e for profit. Dobbiamo allora essere consapevoli che l’osservanza di questo compito è una condizione imprescindibile perché viva e si consolidi la nostra fragile democrazia».
Suor Alessandra Smerilli, segretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, ha portato i saluti di Papa Francesco, leggendo una lettera indirizzata direttamente a Carlo Messina: il Santo Padre, congratulandosi per l’iniziativa della banca, auspica “un modello di sviluppo in grado di generare soluzioni nuove, più inclusive e sostenibili a sostegno dell’economia reale, aiutando individui e comunità a realizzare le loro aspirazioni più profonde e il bene comune universale”. Smerilli ha quindi sottolineato come il settore privato abbia una responsabilità enorme di fronte agli stalli della politica e della burocrazia.
L’impegno della banca per tutte le persone fragili e in povertà, non solo economica ma anche sociale e culturale, è stato evidenziato anche da Livia Pomodoro, consigliere di amministrazione di Intesa Sanpaolo, secondo cui servono una idea chiara di futuro e dialogo tra tutti i soggetti coinvolti.
Tra le categorie più fragili da aiutare ci sono i giovani e gli anziani. Paolo Boccardelli, professore all’Università Luiss, ha portato l’attenzione sui Neet, coloro che tra i 15 e i 29 anni non studiano e non lavorano, pari a un giovane su quattro nel nostro Paese. Problema affrontato anche da Ruth Paserman, a capo della Direzione generale Occupazione, Affari sociali e Inclusione della Commissione europea. Mentre Gian Carlo Blangiardo, professore di Demografia all’Università Bicocca di Milano, e Leonardo Palombi, segretario della Commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana, hanno parlato appunto del cosiddetto inverno demografico e dell’invecchiamento della popolazione.
Nel promuovere la coesione sociale, un ruolo fondamentale è svolto dal Terzo Settore, un mondo presentato da Giorgio De Rita, segretario generale Censis, il quale ha sottolineato la necessità di un sostegno reale e concreto.
Alcuni progetti sostenuti dalla banca
Tanti sono stati i testimoni dell’impegno della banca intervenuti a Brescia e tutti hanno ribadito l’importanza di fare rete. Don Marco Pagniello, direttore Caritas Italiana, ha raccontato i progetti sostenuti dalla banca: con “Golden Links”, dal 2018 al 2022, sono stati distribuiti oltre 315mila indumenti e altri beni primari recuperati a 80mila persone in condizione di povertà, offrendo anche opportunità; mentre con “Aiutare chi aiuta” vengono supportate le Diocesi nell’opera di contenimento dei bisogni sociali nel Paese.
Emma Marcegaglia ha spiegato l’attività della Fondazione Marcegaglia, voluta 10 anni fa dal sua madre, e che grazie alla banca porta avanti progetti per favorire l’imprenditoria femminile nei Paesi in via di sviluppo e combattere l’emarginazione sociale in Italia.
Il presidente della Fondazione Banco Alimentare Giovanni Bruno, invece, ha ricordato la partnership ultraventennale che vede la banca sostenere le sue attività in tutto il Paese, per contrastare la povertà alimentare e contribuire al recupero e alla distribuzione di milioni di pasti ogni anno.
Con il Forum Disuguaglianza e Diversità, Intesa Sanpaolo sta realizzando il Progetto Futura, mirato a contrastare la povertà educativa per ragazze e giovani donne a Napoli, Roma e Venezia, come ha testimoniato Andrea Morniroli, co-coordinatore del Forum.
Letizia Moratti, co-fondatrice della Fondazione San Patrignano e presidente di E4Impact, ha presentato casi concreti di partnership con Intesa San Paolo, per il reinserimento sociale di migliaia di giovani al termine del loro percorso riabilitativo in comunità e per l’avvio e la crescita di nuovi business in Africa.
Intesa Sanpaolo sostiene anche Dynamo Camp per garantire periodi di vacanza e svago a bambini e ragazzi malati, in terapia o nel periodo di post ospedalizzazione accogliendoli gratuitamente nel Camp situato in un’oasi affiliata WWF in provincia di Pistoia, come ha raccontato Serena Porcari, ceo di Fondazione Dynamo Camp.
Roberto Saini, direttore generale di Fenixs, ha spiegato uno dei progetti sostenuti dalla banca per il mondo delle carceri, nello specifico quello di Bollate, in provincia di Milano, dove beni informatici obsoleti per il gruppo bancario vengono riparati, riqualificati e rivenduti dai detenuti.