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Ipa Group, 22 lavoratori senza "cassa"
Economia

Ipa Group, 22 lavoratori senza "cassa"

Sono impegnate le sigle sindacali – Cgil, Cisl e Uil – nel caso della "Ipa Group", azienda che si occupa di realizzare impianti per l'industria dei laterizi e tegole e tutte le macchine

Sono impegnate le sigle sindacali – Cgil, Cisl e Uil – nel caso della "Ipa Group", azienda che si occupa di realizzare impianti per l'industria dei laterizi e tegole e tutte le macchine per la lavorazione dell'argilla. La vicenda vede coinvolti 22 lavoratori dello stabilimento astigiano, da alcuni anni specializzato in progettazione di impianti. «Lo scorso 11 dicembre – spiega Silvano Uppo, segretario provinciale Uilm Uil – abbiamo partecipato con i vertici dell'azienda (che conta anche uno stabilimento a Padova) ad un incontro al Ministero del Lavoro di Roma, durante cui hanno presentato domanda per un anno di cassa integrazione straordinaria per crisi con decorrenza dal 16 dicembre, date le difficoltà che stava attraversando l'azienda».

«Il problema è che, a nostra insaputa – prosegue – il 27 dicembre la società è stata messa in liquidazione. Noi l'abbiamo scoperto per vie traverse, così abbiamo chiesto un incontro per discutere della questione, che ci è stato concesso lo scorso 4 febbraio, quando siamo stati informati ufficialmente di quanto deciso. L'azienda, quindi, ha cambiato idea pochi giorni dopo l'incontro al Ministero senza accennare nulla in quell'occasione. Tra l'altro la richiesta per la cassa integrazione è stata avanzata per crisi, non per chiusura, e quindi, fino a quando non verrà modificata la domanda, i dipendenti non potranno percepire alcun assegno. E stiamo parlando di lavoratori che aspettano ancora alcuni stipendi arretrati».

L'attività nello stabilimento sandamianese ormai è ferma e la vicenda è ora seguita da un liquidatore in carica per tre mesi, Roberto Chiodelli, da cui i sindacati sono ora in attesa di risposte sul cambio di domanda per la cassa integrazione e sull'avvio della mobilità da loro richiesta. «Ipa Group – spiega Chiodelli – è una iniziativa nata due anni fa, quando si sono unite le forze dello stabilimento di Asti, specializzato nella progettazione di impianti di mattoni, con quello di Padova, che costrusce mattoniere, in modo da poter garantire ai clienti la consegna della fabbrica completa "chiavi in mano". Purtroppo, a differenza dello stabilimento veneto, quello di San Damiano ha incontrato diverse difficoltà sul mercato, in quanto spesso i clienti, solitamente provenienti dai Paesi del Sud del mondo, non erano in grado di dare sufficienti garanzie di pagamento degli impianti, che sono molto costosi. La crisi è peggiorata lo scorso settembre ed è degenerata con la messa in liquidazione a fine dicembre. Io sono stato nominato appunto come special situation, ovvero come esperto in grado di traghettare in sicurezza una società in crisi verso nuovi imprenditori, laddove la situazione lo consente. Purtroppo, però, mentre a Padova ci sono imprenditori interessati ad acquistare, dato che il "ramo veneto" è ancora appetibile, per quanto riguarda il sito di San Damiano la situazione è più difficile. Quindi ritengo che si dovrà procedere a cambiare la procedura per la cassa integrazione (da "crisi" a "chiusura"), dato che in occasione dell'incontro l'amministratore delegato non era ancora stato informato ufficialmente dalla proprietà della decisione in cantiere, e ad avviare quella per la mobilità».

Di tutto questo i sindacati parleranno con i lavoratori, che ovviamente sono molto preoccupati, in occasione dell'assemblea che si svolgerà martedì 12 febbraio alle 14.30 nella sede della Uil.

Elisa Ferrando

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