Dal 1° luglio il servizio call center di Iren verrà tolto, dopo anni, alla Konecta (ex Comdata) per essere gestito da altre due società: la Tecnocall e la Mediacom. Una decisione che interessa Asti in quanto 123 lavoratori (dei 130) impiegati da quella commessa lavorano nella sede astigiana di via Guerra, dove rappresenta l’incarico più importante.
L’incontro con i sindacati
Stamattina (venerdì) si è svolto il primo incontro a distanza tra le società cui passerà la commessa e le organizzazioni sindacali di categoria a livello nazionale e locale: Flc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil. “Fortunatamente – spiegano le Rsu interne di Konecta – da alcuni anni, grazie all’interessamento delle sigle sindacali, anche nel settore dei call center è applicata la clausola sociale di salvaguardia, grazie a cui, quando c’è un cambio di appalto, i lavoratori interessati passano alla società vincitrice.
Finora abbiamo notato che nel settore privato viene applicata piuttosto correttamente. Nel caso specifico, abbiamo cominciato stamattina a trattare su due punti: il contratto che verrà applicato ai lavoratori e le condizioni che verranno applicate nel passaggio. In particolare stiamo trattando per fare in modo che venga garantita la territorialità, in modo che i lavoratori coinvolti non debbano spostarsi da Asti. A questo proposito le due società sembrano ben disposte, anche se non hanno sedi a livello locale. Ci aggiorneremo la prossima settimana”.
L’intervento del PD
Sulla questione interviene il PD, con un a nota stampa a firma del Gruppo consiliare del Comune (Michele Miravalle, Maria Ferlisi, Luciano Sutera e Roberto Vercelli) e del consigliere provinciale Andrea Gamba. “La Ex Comdata, con i suoi 500 lavoratori impiegati nella sede di Asti – scrivono – è la più grande azienda privata per numero di dipendenti della città. Stiamo dunque parlando di 120 famiglie che vivono, lavorano e muovono l’economia della nostra città e che qui devono restare, senza essere “costretti” a spostamenti forzati o a demansionamenti. La decisione di Iren potrebbe avere dunque un impatto devastante sull’economia cittadina. E pensare che Iren dovrebbe avere a cuore la città, essendo socio di Asp e avendo dunque interessi rilevanti sul nostro territorio.
Serve dunque applicare la “clausola sociale” e garantire che i 130 lavoratori coinvolti possano continuare a svolgere le loro mansioni con lo stesso contratto e soprattutto mantenendo la continuità territoriale.
Il Partito democratico si impegna, ad ogni livello, per seguire questa vicenda e chiede che le istituzioni – a cominciare dal Comune, dalla Provincia e dalla Regione – facciano tutto quanto nei loro poteri per tutelare quei posti di lavoro”.