Scoppia di nuovo la polemica sul canone speciale della Rai, il provvedimento che consente alla televisione di Stato di chiedere alle aziende iscritte alle Camere di Commercio il versamento
Scoppia di nuovo la polemica sul canone speciale della Rai, il provvedimento che consente alla televisione di Stato di chiedere alle aziende iscritte alle Camere di Commercio il versamento dell'imposta sugli apparecchi in grado di ricevere trasmissioni televisive. Un provvedimento che dovrebbe riguardare principalmente tutte quelle attività che della tv fanno un uso lavorativo, come hotel e ristoranti. Peccato che, però, le lettere di richieste del canone comincino ad arrivare un po' a tutti, compresi commercianti, artigiani, titolari di partite Iva. Suscitando così la polemica di Confartigianato.
«Nella maggior parte dei casi – spiegano dall'associazione di categoria – le richieste sono illegittime, perché rivolte ad aziende che non possiedono apparecchi radio-televisivi e che, quindi, non devono pagare alcun abbonamento». A far scattare la protesta dell'associazione di categoria, infatti, è la richiesta del tributo – che, a seconda della tipologia di azienda, varia dai 200 ai 6.800 euro – applicato al possesso non solo di televisori, ma anche di qualsiasi dispositivo per ricevere il segnale tv, dai computer ai sistemi di videosorveglianza.
«Non è colpa nostra – afferma Giansecondo Bossi, direttore provinciale di Confartigianato – se ormai tutti i computer e, in generale, tutti i tipi di monitor sono ormai adatti a ricevere trasmissioni televisive. Ma ciò non vuol dire che siano utilizzati a questo scopo. Stiamo parlando di strumenti di lavoro che servono a gestire un'azienda o un'attività commerciale. E il fatto che venga richiesto il pagamento di un canone ci lascia veramente basiti. Peraltro in un momento di gravi difficoltà per i nostri imprenditori: di tutto abbiamo bisogno tranne che di ulteriori balzelli. Spero quindi che venga fatto un passo indietro in tal senso. O, almeno, che ci sia una certa elasticità nei controlli per cui si tassino solo coloro che utilizzano gli apparecchi proprio per vedere la televisione o per motivi di lavoro».
Per questo Confartigianato si è rivolta a livello nazionale al Ministro per lo Sviluppo Economico, Federica Guidi, chiedendo un intervento immediato per modificare le norme che impongono il pagamento del canone ed escludere dall'applicazione del tributo gli apparecchi che fungono inequivocabilmente da strumento di lavoro per gli imprenditori.
Da parte sua la Rai, in un comunicato stampa, specifica che «la materia del canone speciale è regolata da tassative norme tributarie alle quali la Rai, nell'adempimento del suo compito di riscossione, non puó in alcun modo derogare. Nel 2012 il Ministero dello Sviluppo economico, a seguito delle istanze anche di Confartigianato, ha fornito un'interpretazione della normativa sul canone chiarendo che sono assoggettabili a tassazione gli apparecchi dotati almeno di sintonizzatore, dando certezza interpretativa soprattutto alle utenze speciali. Tale documento, che contiene anche un'elencazione esemplificativa, viene richiamato nella lettera Rai ed è facilmente reperibile sul sito della Direzione Canone».
«Per ogni richiesta di chiarimento – aggiungono da Viale Mazzini – la Direzione Canone resta a disposizione dell'utenza attraverso il call center 199123000 e il nuovo indirizzo di posta elettronica dedicatocanonispeciali@rai.it».