E emergenza nel settore delle cooperative. E il grido dallarme è stato lanciato venerdì 1 febbraio con una protesta a livello regionale che ha coinvolto anche i rappresentanti astigiani di
E emergenza nel settore delle cooperative. E il grido dallarme è stato lanciato venerdì 1 febbraio con una protesta a livello regionale che ha coinvolto anche i rappresentanti astigiani di Confcooperative, AGCI e Legacoop che sono stati ricevuti dal Prefetto Pierluigi Faloni. Siamo preoccupati per la tenuta delle nostre imprese – ha spiegato Mario Sacco presidente di Confcooperative – e del nostro sistema economico sociale composto da 35 imprese della provincia con oltre 2 mila lavoratori, nonostante il settore in questo momento di crisi abbia creato sviluppo e lavoro. E la causa di tutto ciò sono i ritardi nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione.
Il credito scaduto complessivo delle cooperative sociali piemontesi è di 505 milioni di euro, pari al 60% del fatturato complessivo. I ritardi nei pagamenti vanno dai 390 giorni per le Asl ai 280 per i Comuni. Ad Asti la situazione è migliore, i ritardi si aggirano in media intorno ai 200 giorni, ma rispetto agli altri fornitori di beni e servizi ci sentiamo discriminati. I rappresentanti delle tre sigle si appellano allarticolo 45 della Costituzione che riconosce la funzione sociale della cooperazione e sottolineano come il rischio più grande siamo le conseguenze per gli utenti finali dei servizi. Le cooperative offrono servizi di welfare importanti dedicati allinfanzia, minori, immigrati, disabili, anziani non autosufficienti che rischiano di venire meno, oltre a causare la perdita di posti di lavoro.
Non è tanto il nostro stipendio che ci preoccupa ha commentato Sergio Casamichela de LApprodo quanto il fatto di non avere soldi per scaldare i nostri ragazzi o offrirgli un pasto da mangiare. Sarebbe opportuno riuscire ad avere dalla Regione almeno laccettazione del debito ha spiegato Mauro Bugnano e poi magari la compensazione. Al termine il Prefetto ha promesso limpegno nel monitorare la situazione astigiana e ad aprire un tavolo di crisi a livello regionale.