Un anno stagnante e in continuità con quello precedente. Così si preannuncia il 2015 per il mondo delle aziende e la relativa occupazione nell'Astigiano, secondo le organizzazioni sindacali. A
Un anno stagnante e in continuità con quello precedente. Così si preannuncia il 2015 per il mondo delle aziende e la relativa occupazione nell'Astigiano, secondo le organizzazioni sindacali. A rendere il contesto, già da tempo problematico, ancora più delicato, le sorti incerte dei dipendenti pubblici della Provincia e dell'Ospedale di Asti.
Sul fronte privato, invece, i due settori più falcidiati, dagli inizi della crisi ad oggi, sono il metalmeccanico e l'edile con il relativo indotto. Di contro, ha retto il settore alimentare ed enomeccanico, che esportano. Come riferisce Giovanni Prezioso, segretario generale provinciale Cgil, che commenta: «Stanno andando a termine le crisi già avviate da tempo. Ne è un esempio l'Askoll di Castell'Alfero, che sta esaurendo la cassa integrazione e che in seguito intende chiudere. Si assiste poi a una stasi del lavoro, provocata anche dal Jobs Act. Inoltre, non si intravedono nuove situazioni di sviluppo né di investimento, salvo il progetto di teleriscaldamento annunciato dal Comune. Nello stesso tempo, cresce l'effetto della crisi sulle persone, di cui aumentano i bisogni, perché le scorte personali si vanno esaurendo. Dal canto suo, il Comune ha deciso di tagliare parecchie risorse proprio sull'assistenza».
Il collega Armando Dagna, segretario generale della Camera sindacale territoriale Uil Asti – Cuneo, aggiunge: «La prospettiva è nera e continua una latitanza che non è tutta colpa delle istituzioni locali, perché proprio i progetti di riforma sono velleitari. Intanto, giusto per citare qualche esempio, oltre all'Askoll, la Way Assauto non riparte. Inoltre, a maggio, scadrà la cassa integrazione in deroga e si rischierà perciò di avere maggiore disoccupazione».
Più positivo lo sguardo al futuro di Sergio Didier, segretario generale Cisl Alessandria – Asti, che dichiara: «La speranza è di garantire, tra i tanti casi emblematici, un futuro ai lavoratori dell'Askoll, grazie all'azione sindacale in atto, e una situazione più rosea alla Gate in corso Alessandria. Nonostante, infatti, la mancanza di un grande piano industriale, che servirebbe a dare una svolta al nostro territorio, credo nelle potenzialità di quest'ultimo e nella qualità del lavoro delle sue maestranze. In quest'ottica, occorrerebbe un'azione condivisa tra tutte le parti e la sinergia con altri territori».
Manuela Zoccola