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Economia

Mercatone Uno, dipendenti in sciopero
«Dietro le svendite nessun futuro»

Oggi anche i dipendenti della Mercatone Uno di Villafranca, il gruppo emiliano leader nel mobile low cost, che dopo la richiesta del concordato preventivo sta ora valutando le proposte di interesse

Oggi anche i dipendenti della Mercatone Uno di Villafranca, il gruppo emiliano leader nel mobile low cost, che dopo la richiesta del concordato preventivo sta ora valutando le proposte di interesse per l’acquisizione di una parte dei punti vendita, incroceranno le braccia in segno di protesta per la mancanza di comunicazione da parte dell’azienda.

«Il disimpegno della proprietà e l’approssimazione del management – si legge nel comunicato stampa con cui le segreterie Filcams-Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno annunciato lo sciopero nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti da M. Business Srl/Mercatone Uno – hanno condotto in questi ultimi anni, nonostante i tanti sacrifici sopportati dai propri dipendenti, al collasso economico-finanziario (425 milioni di euro l’indebitamento raggiunto ndr.) di una società che, se opportunamente rifinanziata e guidata, avrebbe potuto rispondere positivamente alla sfida competitiva del mercato».

La scorsa settimana l’assessore regionale al lavoro Pentenero aveva rassicurato, a seguito di un confronto con i vertici aziendali, i lavoratori di due punti vendita piemontesi (Mappano – Caselle e di Brandizzo) che, come altri in Italia, hanno proceduto alla svendita generale dei prodotti, che tale decisione non rispondeva alla volontà di chiudere i punti vendita in questione ma, probabilmente, alla necessità di massimizzare i flussi di cassa in entrata.

Una spiegazione che convince poco lavoratori e rappresentanze sindacali: «Queste “svendite promozionali”, avviate senza alcun confronto con le OO.SS. e senza rendere noti i criteri adottati, appaiono, più realisticamente, come “esaurimento merce” e non è dato sapere quali siano le sorti di questi negozi una volta terminata l’operazione, sebbene sia tristemente immaginabile e certamente induce a temere anche per il futuro dei negozi per il momento scampati. Inoltre – proseguono – non può essere accettata la pretesa da parte di coloro che hanno condotto l’azienda alla crisi di gestirne anche il futuro: se compariranno acquirenti, a loro competerà ogni scelta in merito al futuro assetto».

Lo sciopero nazionale di oggi sarà una giornata di mobilitazione articolata a livello territoriale; le strutture sindacali territoriali potranno organizzare presidi presso le prefetture e le sedi comunali per sensibilizzare e richiedere alle istituzioni e agli enti locali un maggior impegno nei confronti dei lavoratori e delle loro famiglie. Nella stessa giornata si terrà un presidio presso l’ingresso del Ministero dello sviluppo economico.

m.b.

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