Presidio sotto la sede dell’Unione industriale, mercoledì 15 gennaio alle 10, per i metalmeccanici che lavorano nelle aziende astigiane in cui è applicato il contratto nazionale di lavoro metalmeccanico industria.
Inserito in una giornata di sciopero di 8 ore proclamata a livello nazionale da Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm UIil, è legato alla mobilitazione per il rinnovo del contratto, come spiegano i segretari generali territoriali dei tre sindacati, Salvatore Pafundi (Fim Cisl), Vito Carelli (Fiom Cgil) e Silvano Uppo (Uilm Uil).
Le ragioni della mobilitazione
«Dopo sei mesi – affermano – il confronto sul rinnovo del contratto nazionale si è interrotto per responsabilità di Federmeccanica-Assistal che rende impossibile ogni trattativa. I lavoratori vogliono che si apra un confronto serio, partendo dalle richieste avanzate dal sindacato e approvate dal 98% dei metalmeccanici, come sta emergendo nelle assemblee che unitariamente stiamo svolgendo nelle aziende più rappresentative del territorio astigiano (Marcegaglia, Util, Lagor, O/Cava, Johnson Electric e Mista).
Con questo contratto siamo davanti ad uno scontro generato dalla parte meno disponibile all’innovazione di Federmeccanica, che rimette in discussione i rapporti con il sindacato facendo una propaganda mai vista contro di noi e il nostro modello contrattuale».
L’aumento contrattuale richiesto dalle organizzazioni sindacali – pari a 280 euro mensili nel triennio – è uno degli undici punti della piattaforma. «Punti che sono tutti importanti e inscindibili gli uni dagli altri», continuano i sindacalisti. «Federmeccanica deve capire che è fondamentale partire dalla nostra proposta e riprendere il confronto. Il contratto nazionale è lo strumento per rilanciare la centralità dell’industria del Paese. Come organizzazioni sindacali faremo responsabilmente tutto quello che sarà possibile per arrivare al rinnovo del contratto nazionale. Ora, quindi, è necessario mobilitarci per riconquistare il tavolo della trattativa».