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Economia
Intervista

«Nel 2022 incertezza e volatilità saranno le parole chiave»

Parla Andrea Perusin, direttore regionale Piemonte Sud e Liguria dell’istituto bancario Intesa Sanpaolo

Incertezza sarà la parola chiave del quadro economico dei prossimi mesi, così come volatilità lo sarà per i mercati finanziari.
A delineare la situazione, con un approfondimento a livello locale, è Andrea Perusin, direttore regionale Piemonte Sud e Liguria dell’istituto bancario Intesa Sanpaolo, nella lunga intervista pubblicata su “La nuova provincia” in edicola da martedì 26 aprile, di cui riportiamo di seguito ampi stralci.
Tra le conseguenze della guerra in Ucraina dal punto di vista economico c’è la riduzione delle stime di crescita del Pil Italiano. In base al vostro osservatorio, cosa ci si deve aspettare nel Nord Ovest?
A questo proposito è bene innanzitutto delineare un quadro più generale. Gli impatti della guerra in Ucraina sono andati a sommarsi alle strozzature dei mercati di fornitura di fine 2021 e inizio 2022. Una somma di fattori che ha determinato e determinerà un rallentamento della crescita economica a livello globale. Il 2022, nonostante tutto, sarà ancora positivo – grazie alle misure di sostegno fiscale e alla ulteriore ripresa post pandemica – ma in misura minore rispetto alle stime iniziali.
In sostanza a dominare sarà la parola “incertezza”. Restringendo il campo di osservazione all’Italia i mercati saranno condizionati dalla crisi delle materie prime, ma soprattutto dei costi energetici. E questo a causa della “dipendenza energetica” che l’Italia ha dalla Russia (a livello di gas ed energia) che gli accordi firmati recentemente non sono sufficienti ad eliminare.
L’impatto sull’economia sarà eterogeneo a seconda dei settori, con impatti maggiori su quelli più “energivori” (metalli e filiera agroalimentare).
Per quanto riguarda un altro aspetto, ovvero l’export, il Piemonte Sud (Cuneo – Alessandria – Asti) non è tra le regioni italiane caratterizzate dalle più elevate correlazioni con Russia e Ucraina. L’Astigiano, poi, si trova ai posti più bassi delle classifiche. Nel 2021 l’export verso la Russia delle imprese astigiane è ammontato a 29 milioni di euro – con un recupero sul 2019 e in crescita rispetto al decennio precedente – per due terzi riguardante il vino. Le esportazioni verso l’Ucraina hanno raggiunto i 7 milioni di euro, coinvolgendo prevalentemente meccanica e vini. Numeri che nel contesto industriale hanno un loro peso, ma che a livello di territorio non sono così impattanti come altrove in Italia.
Concludendo, bisognerà quindi osservare come si muoveranno le componenti energetiche e l’allentamento delle strozzature sulla fornitura di materie prime.

I bonus edilizi

Il settore dell’edilizia ha avuto un forte impulso grazie ai bonus fiscali. Quale la situazione della filiera delle costruzioni in provincia di Asti? Quanti milioni di crediti fiscali avete in acquisizione nell’Astigiano?
I bonus edilizi hanno sicuramente dato un impulso piuttosto importante alla filiera delle costruzioni.
Come Intesa Sanpaolo, nella direzione regionale del Piemonte Sud abbiamo in acquisizione circa 400 milioni di crediti fiscali, di cui 90 alle imprese. In provincia di Asti 60 milioni, di cui 9 milioni alle imprese.
Da un’analisi de “Il Sole 24 Ore” sembra che, in mancanza di una modifica della normativa, si arriverà anche per il vostro istituto al blocco del mercato legato ai bonus fiscali. Ci spieghi…
Noi abbiamo dato sempre continuità al sistema delle imprese e delle famiglie anche quando la ricettività del mercato aveva subito uno stop alla fine del 2021, accettando a livello di banca circa 20 miliardi di lavori stimati per le riqualificazioni edilizie. E’ ovvio, però, che se non saranno modificate le norme di riferimento sarà inevitabile un progressivo rallentamento fino all’uscita dall’attività per una questione di importi. Per ora abbiamo già acquistato, al di là dei lavori che sono stati ceduti, circa 4 miliardi di crediti fiscali collegati a bonus edilizi (ecobonus, superecobonus, bonus ristrutturazioni) di cui circa la metà relativi ad imprese che hanno praticato lo sconto in fattura. In un regime di trasparenza con i clienti – in adeguamento alle normative variate nei mesi scorsi e alle scadenze relative ai crediti per il 2021 – da aprile non è più possibile procedere con la cessione dei crediti collegati ad interventi realizzati nel 2021, di cui abbiamo dato opportuna informativa.

Incertezza in Borsa e tutela degli investimenti

In questi mesi l’andamento della Borsa è incerto. Cosa ci si può aspettare nei prossimi mesi?
La correzione dei rialzi che si sono verificati fino al 2021 si è manifestata già lo scorso gennaio. Successivamente lo scenario del conflitto ha aumentato la volatilità.
Nell’immediato ci attendiamo il permanere di questa situazione, soprattutto in ambito azionario, in risposta all’incertezza del quadro economico e in attesa di verificare gli impatti delle mosse delle Banche centrali in relazione alla crescita degli utili delle imprese.
Incertezza e volatilità saranno quindi le parole chiave dei prossimi mesi.
Come si deve muovere l’investitore medio in questo periodo delicato per tutelare i propri investimenti?
L’elemento qualificante è consulenza professionale da parte delle banche. Noi di Intesa Sanpaolo, per esempio, forniamo ai clienti una consulenza per ottenere da un lato la protezione del capitale, dall’altro la valutazione dell’andamento dei mercati a tutela del portafoglio.
Dalla pandemia in poi, infatti, abbiamo assistito ad un sostanziale aumento di liquidità sui conti correnti soprattutto a fronte della riduzione dei consumi. Considerando l’inflazione in atto, quindi, investire è fondamentale per proteggere il valore intrinseco dei propri risparmi, con strategie legate all’andamento del mercato e al profilo di rischio personale.

Tra PNRR e pandemia

La guerra in atto potrebbe compromettere l’utilizzo ottimale dei fondi del PNRR soprattutto a causa dell’inflazione relativa alle materie prime, fondamentali per la costruzione di opere pubbliche. Come potranno le banche andare incontro ai bisogni delle aziende?
Abbiamo recentemente presentato il Monitor distretti, uno studio sui distretti regionali. In Piemonte nel 2021 si è verificato un aumento significativo dell’ export rispetto al 2020. In questa fase, nonostante le criticità accennate prima, il sistema imprenditoriale piemontese sta già lavorando con un occhio che va oltre i fenomeni di crisi. E’ quindi il momento di mettere a punto i migliori sostegni all’economia non solo per superare la crisi attuale, che potrebbe rallentare gli investimenti, ma anche per arrivare ad una espansione economica, nel pieno di una transizione verso uno sviluppo sostenibile.
Come Intesa Sanpaolo abbiamo quindi messo a punto meccanismi premiali che sostengono imprese che hanno in atto investimenti in ambito sostenibile (ambiente, capitale umano, digitalizzazione). Abbiamo sostenuto 300 start up e vogliamo attuare misure che coprano il gap temporale tra l’approvazione dei progetti e l’arrivo dei fondi da Bruxelles (a livello nazionale, come Intesa Sanpaolo, interverremo con 410 miliardi, di cui 120 destinati a piccole e medie imprese). Poi abbiamo creato team di professionisti al nostro interno per fornire consulenza alle aziende meno strutturate, più in difficoltà a cogliere le opportunità del PNRR.
Come banca sosteniamo anche le filiere di produzione, tipiche dell’Italia, che riteniamo una catena di valore, dato che al loro interno le aziende delle più varie dimensioni si supportano a livello di approvvigionamenti. Delle 800 filiere che sosteniamo, 80 sono in Piemonte con 3600 aziende collegate.
Infine, abbiamo messo a punto finanziamenti e consulenze per le aziende “energivore”, più toccate dall’aumento dei costi, e sostegni alle imprese esportatrici verso Russia e Ucraina.
L’Italia sembra stia uscendo dall’emergenza sanitaria. Quale effetto ha avuto la pandemia sul risparmio degli Astigiani? Quali conseguenze ha determinato sui “conti” di famiglie e imprese?
A livello generale la crisi pandemica ha determinato un aumento di liquidità sui conti delle famiglie, anche nell’Astigiano, a causa della riduzione dei consumi. Ma, soprattutto, una profonda diseguaglianza, aggravata ora dall’inflazione che colpisce ancora una volta i redditi più bassi. Basti pensare che l’impatto del costo energetico sul bilancio di una famiglia va dal 25 al 35%.
Fortunatamente, analizzando la situazione a livello di territorio, l’Astigiano è stato caratterizzato, dal 2020, da due elementi di tranquillità: un tasso di disoccupazione più basso rispetto alla media italiana (7,3% a fronte del 9,3%) e un reddito medio per abitante più alto (circa 20.300 euro a fronte di 19.200 euro di scala italiana). Dati che mostrano un territorio più sano e caratterizzato da una diseguaglianza più contenuta.

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