La pioggia battente di stamattina ha impedito lo svolgimento del tradizionale corteo, ma non la celebrazione della Festa dei lavoratori, organizzata dai sindacati Cgil, Cisl e Uil, all’insegna quest’anno dello slogan ““Costruiamo insieme un’Europa di pace, lavoro e giustizia sociale”.
I partecipanti, dopo il ritrovo al circolo Way Assauto, hanno raggiunto i portici del Palazzo della Provincia, dove era presente anche la banda cittadina “G.Cotti” che ha proposto alcuni brani, tra cui l’Inno dei lavoratori e “Bella ciao”, chiesta dagli organizzatori in risposta all’iniziale assenza del brano dalla scaletta delle celebrazioni del 25 aprile ad Asti.
Il saluto di Maurizio Rasero
Dopo i ringraziamenti alla banda da parte di Luca Quagliotti, segretario generale provinciale Cgil e moderatore del comizio, è intervenuto Maurizio Rasero per portare i saluti dell’Amministrazione provinciale di cui è presidente, mentre il Comune era rappresentato dal vice sindaco Stefania Morra.
“Questa festa – ha affermato Rasero – riguarda uno dei diritti più importanti che abbiamo, sancito dall’articolo 4 della Costituzione. Dobbiamo quindi riflettere, in una giornata come oggi, per verificare che sia veramente tale. Non sono terminate le battaglie, infatti – ha incalzato – se non è assicurata a tutti un’equa retribuzione, se non è garantito pari trattamento retributivo a uomini e donne, se non si pone fine alle troppo morti sul lavoro, Una riflessione che deve richiamare l’attenzione di tutte le istituzioni, di qualsiasi schieramento, per migliorare la situazione”.
La sicurezza sul lavoro
A Quagliotti il compito di richiamare i temi della giornata e il legame con la Festa della liberazione. “Oggi – ha ricordato – celebriamo la 79esima Festa dei lavoratori da uomini liberi, grazie alla liberazione dal Fascismo e dal Nazifascismo che abbiamo ricordato il 25 aprile, strettamente legata alla giornata di oggi in quanto Asti venne liberata, di fatto, il 1° maggio, anche grazie all’insurrezione dei lavoratori nelle fabbriche”.
Dal passato al presente: “La politica deve saper dare risposta alle persone, altrimenti si diffondono i totalitarismi e scoppiano le guerre. La situazione che si sta delineando attualmente in Europa a questo riguardo non ci piace per nulla”.
Dopo il minuto di silenzio in memoria delle vittime sul lavoro, la parola è poi passata ad Enrico Lucchetta, RLST (Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale) Cisl Alessandria Asti. “Per esperienza – ha sottolineato – so che la sicurezza è considerata un costo elevato dalle imprese, soprattutto nel settore delle costruzioni, tanto che le cause di malattie e infortuni professionali dipendono dalla fretta che accompagna l’attività, dall’assenza di protezioni per i macchinari o dalla mancanza di dispositivi di protezione individuale.
Siamo qui, allora, per ribadire che non si può morire sul posto di lavoro e non ci si può abituare alle morti sul lavoro. La sicurezza si garantisce seguendo due strade: prevenzione e repressione. Nel primo caso attraverso la formazione, a partire dai giovani delle scuole superiori, erogata da Enti seri; nel secondo attraverso maggiori ispezioni e controlli nelle aziende. A questo riguardo accogliamo la proposta del Prefetto di costituire un Osservatorio della sicurezza sul lavoro”.
Le conclusioni di Luca Maria Colonna
Le conclusioni a nome di Cgil, Cisl e Uil sono poi stata affidate a Luca Maria Colonna, componente della segreteria nazionale Uilm. “Provengo dal settore metalmeccanico – ha evidenziato – per cui ammetto che in fabbrica la situazione sia migliorata sotto alcuni aspetti a livello di sicurezza. Basti pensare che la sordità non è più una malattia professionale perché sono stati fatti interventi di abbattimento del rumore. Ma ovviamente non basta, considerati i troppi morti sul lavoro che si verificano in Italia. Questa strada, allora, va seguita ancora, innanzitutto facendo in modo che ci siano più controlli, per evitare che le imprese adottino scorciatoie a livello di sicurezza”.
Colonna ha poi affrontato altri temi: dalla necessità di un fisco equo (“attualmente le tasse sono pagate soprattutto da lavoratori e pensionati”) agli investimenti in sanità per un Paese che sta invecchiando, dal problema della denatalità (“bisogna dare risposte concrete per favorire le nascite, dagli asili nido alla possibilità di conciliare cura dei figli e lavoro”) fino alla contrattazione.
“Nella piattaforma per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici – ha concluso – discutiamo su come contrastare la precarietà, potenziare la formazione dei lavoratori e fare in modo che le fabbriche diventino di nuovo il luogo in cui ambire ad andare a lavorare, all’insegna dello slogan “più salario e meno orario”. Un sogno? No. Una strategia per “stressare” le aziende a considerare il costo del lavoro un investimento. Anche perché, se non offriranno condizioni migliori, dove troveranno gli operai?”.
Photogallery a cura di Agostino Santangelo