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Economia

Notte bianca, tanta gente
ma pochi affari per i negozianti

L’euforia di “tirar tardi” il più possibile. Una fiumana di gente in festa. L’atmosfera vacanziera e un po’ goliardica d’inizio estate. Luci, musica, balli e divertimenti di vario genere.

L’euforia di “tirar tardi” il più possibile. Una fiumana di gente in festa. L’atmosfera vacanziera e un po’ goliardica d’inizio estate. Luci, musica, balli e divertimenti di vario genere. Tutto questo è la Notte Bianca, che venerdì sera ha riportato la “movida” nel cuore della città. Organizzato dall’associazione formativa e culturale “Insieme” (comprendente rappresentanti di via), con il patrocinio e la collaborazione del Comune, l’evento si è caratterizzato però, dal punto di vista commerciale, per il successo un po’ a macchia di leopardo. Fatta eccezione per una serie di bar e locali coinvolti, infatti, è mancato un ingrediente non trascurabile ovvero la vivacità di negozi e attività rigorosamente aperti, fino alle prime ore del nuovo giorno.

Da un lato, dunque, l’evento ha registrato molto movimento e grandissima affluenza, specie di giovani, nel cosiddetto “salotto” della città e in varie strade limitrofe, come via Garibaldi, nel tratto da piazza Alfieri, lungo il corso omonimo, fino a piazza Roma compresa e al Michelerio (che ha ospitato l’iniziativa della Cna dedicata alle birre artigianali piemontesi); dall’altro, la riuscita commerciale è stata un po’ sottotono in alcune delle rimanenti zone coinvolte, come le piazze Medici, Statuto e via Cavour. In certi punti, allo scoccare della mezzanotte, se non addirittura prima, la festa sembrava praticamente finita. Per non parlare dei negozi, la maggior parte dei quali è rimasta chiusa. E’ vero che l’appuntamento con la “movida” è seguito alla sconfitta dell’Italia nella partita con la Costa Rica ai mondiali. Delusione che probabilmente ha smorzato un po’ gli animi, ma che non può essere addotta come giustificazione.

Per molti, infatti, la ricetta della Notte Bianca andrebbe ripensata e rinnovata. Al riguardo, il presidente dell’associazione “Insieme,” Gianluca Borsetti, esprime  “grande soddisfazione per l’esito dell’evento, considerati i soli 9 giorni a disposizione per organizzarlo.” Dal canto suo, il consigliere comunale Raffaele Giugliano, promotore del progetto “Asti città sul palco,” che è confluito nella Notte Bianca, afferma: “Se si vuole incentivare il commercio di tutte le attività, la regola e la prima strategia prevedono che gli esercenti tengano accese le luci e quindi i negozi aperti. Poi, si possono dare ulteriori motivazioni nel tempo, come la proposta di promozioni in occasione delle Notti Bianche. Cosa che era già prevista venerdì scorso, in via Pelletta, dove i negozi potevano esporre determinati prodotti con un’offerta speciale. Là dove – conclude – l’evento ha avuto esiti meno positivi è spiegabile con il poco tempo a disposizione per organizzarlo e la carenza di collaborazione da parte dei commercianti.”

Soddisfazione da parte del sindaco Fabrizio Brignolo, che dichiara “Si conferma vincente la formula delle Notti Bianche promosse dal Comune: anche quella organizzata dall’associazione “Insieme” ha coinvolto migliaia di giovani, che hanno affollato le vie del centro.” Lo stesso Brignolo e l’assessore comunale alla Promozione del Territorio Andrea Cerrato aggiungono: “Si conferma inoltre che la città è adatta a richiamare con manifestazioni attrattive, quali appunto le Notti Bianche, numeri importanti di persone: esercizi pubblici e negozi stanno tarando la propria offerta a queste nuove forme di richiamo, che hanno un benefico effetto sull’economia locale e alle quali aggiungeremo presto un progetto per sfruttare, in chiave turistica e commerciale, gli eventi sportivi della città.” Considerazioni che richiamano alcune riflessioni e insieme una proposta. Quale può essere concretamente il benefico effetto sullo sviluppo economico, se la maggior parte dei negozi del centro sono chiusi o se, quando restano aperti, si limitano a veder sfilare la gente davanti alle vetrine?

E ancora: perché mai dovrebbero beneficiare di questo supposto incremento sempre le stesse zone e all’incirca gli stessi bar o locali? Perché, allora, non ipotizzare Notti Bianche ed eventi di particolare richiamo anche in altre aree limitrofe, come i corsi Torino, Alessandria e Savona, facendo per una volta spostare lì gli abitanti del centro? Altrimenti, come è accaduto, i commercianti presenti in altre zone, confinate nel silenzio e nell’ombra, sono destinati a non accorgersi nemmeno dei tentativi messi in piedi per rilanciare l’economia e il tessuto urbani. In questo modo, oltre a creare proposte alternative, si favorirebbe forse una distribuzione più capillare ed equa dell’auspicato sviluppo economico sul territorio. Al riguardo, Giugliano anticipa: “C’è già l’idea di organizzare Notti Bianche in periferia, in primis in corso Torino: stiamo prendendo contatti. Ovviamente intendiamo procedere in collaborazione con le associazioni di categoria.”

Manuela Zoccola

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