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Economia astigiana in affannoNel 2014 perse 404 imprese
Economia

Economia astigiana in affanno
Nel 2014 perse 404 imprese

«Un andamento in chiaroscuro». Così il presidente della Camera di Commercio Mario Sacco ha sintetizzato la situazione congiunturale astigiana del 2014, in occasione della 13esima Giornata dell’economia promossa venerdì dall’Ente camerale. Affiancato da Giuseppe Bracciale, componente di Giunta, e da Luca Mogliotti, consigliere dell’Ente e presidente dell’Associazione albergatori e ristoratori, Sacco ha analizzato la situazione astigiana fornendo…

«Un andamento in chiaroscuro». Così il presidente della Camera di Commercio Mario Sacco ha sintetizzato la situazione congiunturale astigiana del 2014, in occasione della 13esima Giornata dell’economia promossa venerdì dall’Ente camerale. Affiancato da Giuseppe Bracciale, componente di Giunta, e da Luca Mogliotti, consigliere dell’Ente e presidente dell’Associazione albergatori e ristoratori, Sacco ha analizzato la situazione astigiana fornendo numerosi dati sul sistema imprenditoriale.

Innanzitutto il suo “peso”. A fine 2014 il sistema contava 24.370 imprese iscritte all’apposito Registro, 404 in meno rispetto al 2013. E’ il quarto anno consecutivo che il bilancio anagrafico chiude in negativo: a fronte di 1.383 nuove iscrizioni, infatti, si sono registrate 1.787 cessazioni per un tasso di sviluppo del -1,6%. Tasso che peggiora decisamente, poi, se si abbraccia l’ultimo decennio: in questo caso la perdita di imprese ha registrato una flessione del 10,5%. «La debolezza del sistema – ha precisato Sacco – può essere imputata, almeno in parte, alla forte consistenza di imprese individuali: sono il 67% del totale, il dato più alto in Piemonte. Le società di capitale sono appena il 10%, ma fortunatamente il trend si sta invertendo, prova della graduale trasformazione del sistema verso strutture organizzative più articolate».

A testimoniare la difficoltà del sistema anche i dati sulle procedure concorsuali (fallimento e concordato). L’anno scorso, infatti, sono state aperte 54 procedure, numero più che triplicato rispetto a quello registrato cinque anni prima, quando i procedimenti erano stati 17. Una fotografia che denota un sistema imprenditoriale ancora in affanno a causa della crisi, dunque, riguardo a cui Sacco ha tenuto a sottolineare un “distinguo”. «Come emerso alla Giornata dell’economia svoltasi ieri (giovedì, ndr) a Roma – ha affermato – la crescita e lo sviluppo in Italia stanno avvenendo a due velocità: stanno infatti andando bene le aree delle città metropolitane, senza più divario tra Nord, Centro e Sud, mentre soffrono le aree a loro esterne, a causa delle politiche attuate a sostegno delle prime».

Continua la crisi dell’edilizia, meglio servizi e turismo
A livello settoriale, il turismo ha registrato la migliore performance (+1,9% sul 2013, + 52,7% negli ultimi dieci anni). Dati in crescita anche per i servizi (+ 1,5% rispetto al 2013, + 22,3% negli ultimi dieci anni).
Il commercio ha segnato una lieve flessione rispetto all’anno precedente (-0,9%), mentre l’agricoltura ha denotato un calo del numero di imprese del 5% rispetto all’anno precedente, dato che sale al 30% se si prende come riferimento l’ultimo decennio. Il ridimensionamento del numero delle imprese è dovuto ad un processo di riorganizzazione che vede l’accorpamento di piccole imprese marginali ad aziende più grandi e meglio strutturate, in grado di soddisfare mercati sempre più esigenti.
Le costruzioni si sono attestate nel 2014 al -1,2%, con una contrazione più contenuta rispetto a quella registrata nel 2013. Un dato che, purtroppo, non deve ingannare. «La flessione più limitata – ha precisato Sacco – dipende anche dal fatto che negli anni scorsi abbiamo assistitito ad una forte emorragia. Questo settore, infatti, ha subito una forte crisi che ha provocato gravi conseguenze a livello occupazionale».
Le attività manifatturiere hanno presentato un saldo negativo del – 3%: i comparti che hanno evidenziato una maggiore sofferenza sono quello metalmeccanico e l’industria del legno. In calo anche il settore dei trasporti e magazzinaggio (-1,9%).
In generale, da sottolineare anche il buon andamento dell’export (+ 2%), con buone performance per l’enomeccanica (+ 6,9%) e il comparto chimica – gomma – plastica (+ 11,6%).

In calo le aziende artigiane, aumentano gli stranieri
Il comparto artigiano, con 6.454 imprese, rappresenta quasi un quarto del sistema imprenditoriale dell’Astigiano. Nel 2014 ha registrato un tasso di sviluppo pari a –1,3%. Flessione anche per quanto riguarda le imprese femminili. A fine 2014 erano 5.600, l’8,2% in meno rispetto all’anno precedente. L’imprenditoria femminile rappresenta tuttavia il 23% del sistema imprenditoriale astigiano; la nostra provincia, infatti, si colloca al secondo posto in Piemonte per incidenza delle imprese “rosa”, preceduta da Alessandria (23,5%).
In costante crescita, invece, la presenza straniera nel sistema produttivo. Le imprese a titolarità straniera a fine 2014 erano complessivamente 2.127, 118 in più rispetto all’anno precedente (217 in più negli ultimi 4 anni).

Elisa Ferrando

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